C’è lo sgombero, tutti sugli alberi

mercoledì 23 aprile 2014, CORRIERE FIORENTINO Pagina: 8

C’è lo sgombero, tutti sugli alberi

Da due mesi gli attivisti dell’ex colorificio nella caserma abbandonata da vent’anni. Filippeschi: medierò con Roma

Liberato dopo 14 ore il «Distretto 42», un ragazzo portato giù con l’autoscala

DAL NOSTRO INVIATO

PISA – Sono saliti sugli alberi del grande parco intorno alla caserma decisi a resistere allo sgombero. E per quattordici ore quindici ragazzi sono rimasti arrampicati sui rami, con tanto di sacchi a pelo e una scorta di viveri per resistere tre giorni. Solo dopo una lunga giornata – e dopo una faticosa trattativa condotta dagli uomini della questura – gli occupanti della ex caserma Curtatone e Montanara, sede del distretto militare di Pisa, in stato di abbandono da quasi vent’anni, nel centro della città, hanno lasciato il campo. Solo un giovane che era salito molto in alto ha avuto bisogno dell’autoscala dei vigili del fuoco – era arrivato a io metri di altezza – gli altri sono scesi da soli così come erano saliti. E alle 20.30 dopo due mesi di occupazione, la caserma, con i sigilli della magistratura, è tornata ad essere del Demanio.
La liberazione della caserma ribattezzata «Distretto 42» dai giovani che hanno dato vita al Municipio dei Beni comuni, network di associazioni che chiede l’assegnazione, comincia di prima mattina, alle 6.30, quando davanti al portone in ferro si presentano polizia e carabinieri per eseguire il sequestro della struttura disposto dal tribunale dopo la denuncia presentata dalla proprietà. Da due mesi i giovani che arrivavano dall’esperienza dell’ex Colorificio, avevano occupato al grido di «non regaliamo la caserma alla speculazione edilizia». Mesi in cui hanno risistemato il parco di 8 mila metri quadrati, nascosto alla città dal filo spinato e dalle mura, l’hanno intitolato a don Andrea Gallo, il prete di strada di Genova, hanno cambiato il cartello «zona militare divieto d’accesso» in «ex zona militare, libero accesso» e hanno dato vita a un centro sociale dove, gratuitamente, si insegna a riparare le biciclette, si organizzano corsi di lingua, sportelli per immigrati e per chi cerca casa.
Ieri mattina dentro la struttura c’erano i5 attivisti che all’arrivo delle forze dell’ordine si sono barricati prima dentro l’immobile, poi sugli alberi e sul tetto, mentre fuori una trentina di ragazzi dava vita a un presidio simbolico.
All’alba lanciano il tweet «stavolta #manalbero», poi per ore rispondono alla polizia che non andranno via. «Siamo pronti a resistere per tre giorni», fanno sapere i ragazzi sugli alberi. <dl progetto Caserme che risale ai tempi della giunta Fontanella e che prevede la vendita delle tre caserme nel centro di Pisa ad imprendatora, serve solo ad ingrassare le tasche di alcuni, noi vogliamo che questi spazi siano restituiti alla città». Per ore si tratta, alle i2 il sindaco Marco Filippeschi riceve una delegazione e promette un dialogo con il ministero della Difesa perché parte del complesso possa essere utilizzato per attività a fini sociali. Alle i7.3o arrivano i vigili del fuoco che, con la scala, entrano dal muro esterno e aprono il cancello. Ci vorranno altre due ore per convincere gli occupanti a scendere dagli alberi. Alle 20.30 arrivano i sigilli mentre un corteo di una sessantina di persone sfila fino al Comune.

Antonella Mollica

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