Che fare ? Tutto quello che avreste voluto sapere per contrastare le violenze di/del genere a scuola

Sabato 20 gennaio alle ore 16. 30, presso il Centro Sms in viale delle Piagge, Monica Pasquino, Presidente della Rete Educare alle Differenze e Diana Lenzi, insegnante di Indici Paritari presenteranno le Linee Guida sull’intervento contro la violenza nei contesti scolastici, un lavoro di scrittura collettiva elaborato dalla Rete Nazionale di Educare alle Differenze (sostenuta da più di 250 organizzazioni) in un percorso durato due anni.

Un dato sulla violenza contro le/i minori è particolarmente allarmante: la ricerca dell’Osservatorio Terres des Hommes, che ha coinvolto più di 10.000 ragazzi e ragazze tra i 15 e i 19 anni di tutta Italia, ci dice che il 74% del campione coinvolto sostiene che studenti e studentesse vittime di violenza non sono presi sul serio dagli adulti. E’ un fatto grave che ci dà la dimensione della sfiducia nel mondo adulto e ci rimanda un universo giovanile nel quale le ragazze si sentono sole e non ascoltate e non denunciano. Eppure, il 30% di loro ha assistito a casi di violenza di genere, il 46% a violenza psicologica e il 10% a violenza sessuale. E dei casi descritti, il 44 % delle violenze viene osservata a scuola. E la scuola di oggi, definanziata e oppressa dalla burocrazia, fatica ad essere un luogo in grado di ascoltare, di riconoscere, di credere alle denunce delle vittime.

Per questo è necessario che le Linee guida vengano diffuse, conosciute ed applicate, in primo luogo perché ci offrono una visione completa della violenza di genere (violenza maschile contro le donne, violenze omolesbobitransfobiche, violenze imposte dal binarismo di genere) e complessa, perché spesso si interseca con altre differenze: di provenienza , socioeconomiche, di abilità.

La scuola, dicono le linee guida, ha un ruolo cruciale nel riconoscimento e nella prevenzione della violenza contro le/i minori. Riteniamo che ora come non mai sia necessario riflettere in modo pubblico sul ruolo della scuola nella costruzione delle pratiche di contrasto alla violenza e su come l’educazione e la formazione possano contribuire alla decostruzione delle armature che il patriarcato ha costruito nelle relazioni sociali e nella cultura diffusa.

Riteniamo che la giornata debba essere anche un’occasione di riflessione comune e di proposta su come contrastare le operazioni retrograde e pericolose che su questo terreno propone il governo nazionale.

Lo stato dell’arte è ben conosciuto: all’indomani del femminicidio di Giulia Cecchettin il ministro dell’istruzione Valditara ha illustrato alla stampa lo stanziamento di 15 milioni di euro per promuovere la realizzazione nelle scuole “di progetti, percorsi educativi, attività pluridisciplinari e metodologie laboratoriali” … “previa acquisizione del consenso dei genitori e degli studenti coinvolti” il tutto da svolgere in orario extracurricolare. Il programma ha come consulente di eccellenza Alessandro Amadori che nel libro La guerra dei sessi (che ospita un capitolo dal titolo Il Diavolo è anche Donna) sostiene che “la causa del femminicidio è la cattiveria e la cattiveria è una caratteristica anche del genere femminile”.

Sul fronte locale non ce la passiamo meglio: viviamo in un Comune che si fa vanto di essere uscito dalla Rete Ready e che nel 2022 ha impedito alle scuole del proprio territorio di accedere ai fondi regionali destinati al contrasto alla violenza, rinunciando ad un finanziamento di 80.000 euro. In quell’occasione lettere firmate da insegnanti e genitori, appelli promossi dalla rete delle associazioni, mobilitazioni nelle scuole e una partecipatissima assemblea promossa da Una Città in Comune assieme alla Rete nazionale di Educare alle differenze, costruirono una protesta multiforme contro le pratiche violente e le logiche miopi della nostra amministrazione. Il 20 gennaio costituirà una nuova tappa per costruire una vera e propria “resistenza di genere” contro chi continua a perpetrare la cultura della discriminazione e della violenza.

Una città in comune non sarà sola: abbiamo chiesto alle associazioni attive su questo terreno di esserci e parteciperanno Aied, Amref, Arcigay Pisa-Pinkriot, Arciragazzi Pisa, Casa della donna, MCE–Gruppo Territoriale di Pisa, Non Una di Meno Pisa, Nuovo Maschile, Osservatorio contro la Militarizzazione nelle scuole, Sinistra Per e Collettivo Studentesco Buonarroti.

Condividi questo articolo

Lascia un commento