Che fine ha fatto la rotonda a Niccolai? È stata bocciata ma nessuno lo sa! La “par condicio” da barzelletta delle giunte Conti e Filippeschi

Sono passati tre anni e mezzo dall’ottobre 2019, quando la Giunta Conti deliberò di intitolare la rotonda di Marina di Pisa a Beppe Niccolai, esponente locale dell’MSI. Il caso sollevò un polverone, perché insieme a Niccolai la Giunta promosse nella toponomastica anche due figure politiche locali di diverso schieramento, il democristiano Carlo Ciucci e il comunista Giuseppe De Felice. La proposta in realtà era più antica e veniva dall’attuale assessore Filippo Bedini: nell’aprile 2013, quando era ancora consigliere di minoranza con Filippeschi sindaco, Bedini era riuscito a far approvare al Consiglio comunale questa mozione, mettendo così d’accordo il PD e la destra nel conferire una rotonda per uno ai tre esponenti: un accordo bipartisan che fu uno schiaffo per la città e la sua tradizione democratica e antifascista trattata alla stregua di una barzelletta (“un comunista, un democristiano e un fascista si ritrovano sul lungomare…”).

In ogni caso, a dieci anni dalla mozione in consiglio comunale, a tre e mezzo dalla delibera di Giunta, delle rotonde ancora nessuna traccia. La pratica si è insabbiata nei meandri della burocrazia? No, è stata proprio bocciata, ma nessuno, a partire dalla Giunta Conti, ha avuto il coraggio di dirlo alla città. La vicenda è stata chiarita in occasione di un convegno dello scorso dicembre, a Roma, organizzato dalla Giunta Centrale per gli Studi Storici. Qui il presidente della Deputazione di Storia Patria per la Toscana, il medievista Giuliano Pinto, ha svelato il mistero: né Niccolai né Ciucci né De Felice sono stati ritenuti «personaggi particolarmente evidenti», la questione è stata giudicata un caso di «uso politico della storia», «una specie di accordo politico», quindi la Deputazione ha dato parere negativo «e la cosa è caduta».

Per un’ironia della storia, infatti, la normativa sulla toponomastica è ancora regolata da una legge fascista, la 1188/1927, che dice che è la Prefettura a dare l’autorizzazione definitiva sulle nuove intitolazioni, solo dopo aver «udito il parere della Regia deputazione di storia patria». La Deputazione, dunque, ha dato il suo parere negativo: Pisa non avrà una rotatoria intitolata al fascista Niccolai e non possiamo che rallegrarcene. Su Ciucci e De Felice non siamo noi a dover dare un giudizio: certo la loro memoria è stata usata in maniera strumentale, con il solo scopo di far passare lo scandaloso nome del fascista Niccolai. La “par condicio” da barzelletta è stata riconosciuta come tale – e giustamente bocciata – dagli storici.

Da parte nostra ribadiamo che la toponomastica è una cosa seria e va trattata con rispetto e studio. Ora che è stato sgombrato il campo da una possibile rotatoria a Niccolai e in occasione della ricorrenza del 25 aprile, oggi è ancora più importante ribadire con maggiore convinzione la necessità di intitolare Piazza San Silvestro a Franco Serantini, che proprio in occasione di una manifestazione antifascista legata a un comizio di Niccolai, nel lontano 1972, venne massacrato di botte da un reparto della celere e perse poi la vita per l’impedimento di curarsi da parte dell’autorità carceraria.

Una città in comune

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