Ciccio Auletta «L’unica alternativa a sinistra siamo noi»

mercoledì
23 maggio 2018
Testata:
TIRRENO PISA
Pagina:
V

Francesco (Ciccio) Auletta, candidato di “Diritti in comune”

di Francesco Lo¡

PISA

Si chiama “Diritti in comune” il cartello della sinistra radicale che raggruppala lista civica Una città in comune, Rifondazione comunista e Possibile, con can didato sindaco Francesco (Ciccio) Auletta, consigliere comunale uscente.

Auletta, un aggettivo per definire la Pisa di oggi…

«Infelice. Per due ragioni. La prima è che si è lavorato sulla cultura della paura e ora se ne raccolgono i frutti avvelenati. La seconda, una politica sempre più chiusa in se stessa, senza costruire “ponti” tra le tante cittadinanze di questa città, semmai innalzando più barriere».

Un aggettivo per definire la Pisa del futuro (e come la vorrebbe)…

«Giusta. E accogliente. Per la nostra campagna elettorale non a caso abbiamo scelto la figura di Galileo Galilei. Negli ultimi decenni si è speculato molto sul tema dell’identità pisana, ma travisando la realtà. La nostra Pisa è come Galilei che osserva il cielo, che guarda il Mediterraneo e ribalta i dogmi. Noi vogliamo cambiare il sistema, il “partito” cittadino della rendita e della speculazione. Vogliamo attuare politiche che dichiarano guerra alle nuove povertà».

Le tre parole chiave del suo programma?

«Giustizia sociale. Lavoro di qualità. Città trasparente. Abbiamo inserito nel programma un capitolo sulla legalità, soprattutto nell’ottica del contrasto alle infiltrazioni criminali sul territorio. In caso di elezione, entro sei mesi vogliamo istituire un Osservatorio sulla legalità: la nostra economia è minacciata, come dimostrano vari casi».

La prima cosa che farebbe da sindaco?

«Affrontare il tema dell’emergenza abitativa. Ho intenzione di scrivere una lettera ai gran dissimi proprietari immobiliari (quelli da cento appartamenti in avanti), proponendo un patto sugli affitti a canone concordato, a fronte di convenienti agevolazioni fiscali, per poter immettere sul mercato gli alloggi abbandonati. In caso di una loro indisponibilità, sarei pronto a firmare un’ordinanza di requisizione: il diritto alla casa è previsto dalla Costituzione. Inoltre metterei da subito l’ex convento di Santa Croce in Fossabanda a disposizione del Dsu per dare una risposta alle esigenze abitative studentesche».

Sicurezza: cosa chiederebbe al prefetto e al questore? «Spiegherei anzitutto perché ritiro il Daspo urbano. Poi aumenterei i controlli dei vigili urbani per la sicurezza sulle strade, nei cantieri e sugli immobili considerati inagibili: in città ce ne sono circa 200, ma hanno tutti realmente diritto alle detrazioni fiscali? Chiederei alle forze dell’ordine un impegno fortissimi di contrasto allo spaccio, affiancando politiche di prevenzione perché oggi i giovani assumono inconsapevolmente droghe pesanti. E chiederei an che la chiusura del progetto “Strade sicure”, in modo che le risorse così risparmiate possano essere impiegate per aumentare gli organici di polizia e carabinieri sul territorio. Voglio disarmare i vigili urbani perché non vengano utilizzati impropriamente, come pensa chi li vuole dotare di spraye manganello».

Un tema “storico”: come riuscire a legare città e mondo dell’università?

«Un fallimento assoluto della giunta Filippeschi. Non è mai stata fatta funzionare la Cut, che avrebbe compiti di coordinamento soprattutto per le politiche urbanistiche. Innovazione: Pisa non è una smart city, dobbiamo investire perché la ricerca abbia una ricaduta sociale sulla città. In questo emerge la necessità di una regia pubblica. Sul fronte degli studenti voglio dire chiaramente che sono una risorsa, non possono essere solo comodi per gli affitti al nero o per il business della movida. Servono spazi di aggregazione, anche attraverso operazioni di decentramento, ad esempio in zona Cittadella. Rebeldia era un grande spazio di aggregazione, chiuso quello i ragazzi sono tutti nelle solite tre strade a cercare shottini da un euro. Manca poi uno spazio per concerti».

Quale rapporto e quali impegni per le periferie?

«Le politiche degli ultimi venti annidi questa amministrazione non hanno pensato ad una città policentrica. Non ci sono stati investimenti, non c’è stata cura sociale degli spazi. L stato dato il via ad una serie di operazioni immobiliari senza capo né coda come le torri di Bulgarella, puntando a Cisanello solo sullo sviluppo della grande distribuzione, con una mobilità difficile di collegamento con il centro. Quartieri come San Giusto e San Marco sono stati sacrificati con la soppressione della Lam Rossa. E quali sono i luoghi di aggregazione al Cep o Sant’Ermete? Da cinque anni, a Porta a Mare e Riglione i cittadini chiedono invano centraline per la misurazione della qualità dell’aria».

Aeroporto e People Mover: quali strategie adottare?

«Il Pd è colpevole della privatizzazione dell’aeroporto, così come il centrodestra è un sostenitore del potenziamento di Peretola. Il Comune lancia una guerra senza quartiere contro il privato per la questione dei bus trovandosi di fronte ad un Pef capestro che ha determinato da sé. Poi però al privato non dice niente sul piano delle esternalizzazioni che vede diminuire il salario di 500 lavoratori, di 500 famiglie pisan e. E anche sul piano del rumore non fa niente, per non disturbare le compagnie aeree. Noi su questi temi chiederemo ai soci pubblici di convocare un’assemblea, pronti ad andare per vie legali a seconda delle risposte che riceveremo. E chiederemo lo stralcio dal masterplan della pista da 2.400 metri di Peretola, opera inutile e sbagliata».

Un’idea per il litorale?

«Il trasporto su gomma ha raggiunto la saturazione. Chi propone di asfaltare le strade bianche è fuori dal tempo. Noi vogliamo un piano di fattibilità per il trasporto su ferro dalla città al litorale, intercettando i fondi europei che esistono per questo settore. Il rilancio del litorale passa da un turismo sostenibile, d’intesa con il Parco, che duri tutto l’anno, grazie anzitutto al turismo scolastico. Siamo per la progressiva chiusura del lungomare di Marina, così come dei lungarni e del Ponte di Mezzo, una volta potenziati i collegamenti dagli scambiatori con navette».

Quali differenze con le altre, tante, liste di sinistra?

«Non vedo una frantumazione a sinistra. Danti ha scelto la continuità dell’amministrazione uscente. Del Partito comunista non si sa cosa dire. Una città in comune un anno e mezzo fa, durante un’assemblea pubblica, ha dichiarato che l’unità a sinistra è un valore se ha la capacità politica di rispondere all’emergenza della crisi. “Chi ci sta?”, abbiamo chiesto. Sinistra Italiana ha valutato tante ipotesi, poi in extremis è tornata a bussare alla nostra porta. Ma si ritiene il nostro progetto una priorità oppure sostituibile con altri? Noi siamo credibili perché abbiamo una bussola difondo».

Quale scelta in caso di ballottaggio?

«Pensiamo di poter arrivare noi al ballottaggio, perché siamo l’unica alternativa a sinistra. Il programma di M5S (Daspo urbano ovunque) non è diverso da quello di Conti o di Serfogli. In questa grande rincorsa a destra, vediamo un grandissimo spazio a sinistra».

Francesco (Ciccio) Au letta è consigliere comunale uscente del gruppo Una città in comuneRifondazione comunista, formazione della sinistra radicale presente nei banchi di Palazzo Gambacorti. Stavolta si ripresenta come candidato sindaco alla guida di una formazione, denominata “Diritti in comune”, che alle precedenti due forze aggiunge Possibile. quest’ultima ha lasciato a livello locale l’esperienza di Liberi e Uguali alle elezioni politiche (durante le quali uno dei due gruppi locali già aveva abbandonato l’impegno un campagna elettorale) per unirsi da subito al nuovo “cartello”. Dalla frammentazione di LeU avrebbe potuto far parte di “Diritti in comune” anche Sinistra italiana, ma il dialogo, e le incomprensioni politiche, tra le parti non ha prodotto questo risultato. (Nella foto: Au letta, al centro, coni capilista di Una città in comune, Tiziana Nadalutti e Marco Ricci).

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