Cie regionale: ‘Unica struttura modello’

sabato
16 giugno 2018
Testata:
QN
Pagina:
21

Migranti, il piano della Lega in Toscana. Scontro con il giornale dei vescovi

FIRENZE

«Politica migratoria? E chi la vuol fare? Noi no» risponde Vescovi.

Su «Toscana Oggi», il settimanale dei vescovi toscani, si attacca chiaramente la politica leghista. Chiudere i porti? «Un fatto molto grave» è scritto nell’ultimo numero. E ancora: «Non è con gli egoismi nazionali e con i muscoli che si può mettere l’Europa di fronte alle proprie responsabilità e favorire una politica migratoria comune finora inesistente». Ribatte la Lega: « I profughi non portano le malattie» La rete sanitaria toscana sui migranti «permette di sfatare il luogo comune: non portano malattie o particolari virus» ha detto l’assessore regionale Stefania Saccardi ed è un profugo è un nostro amico, se uno viene da una situazione di guerra è un nostro fratello e dobbiamo dargli una mano. Ma l’Africa non ci sta in Italia. Semplice. E non possiamo continuare a fare da soli mentre l’Europa sta a guardare».

«Irrigidirsi non serve» scrive Toscana Oggi. «Io sono cattolico, vado a messa, parlo anche con i cattolici. Ma non possiamo aiutare tutti. Io conosco una signora sola che tra poco verrà sfrattata. Non la vogliamo aiutare? Non ce la facciamo ad aiutare tutti. Cerchiamo di aiutare i nostri qui, gli altri nei loro paesi».

Insomma un po’ come diceva Matteo Renzi, quando guidava governo e Pd. «Renzi ha detto di aiutarli in patria, Nardella vuol cambiare il regime di assegnazione delle case popolari, Rossi dice di smantellare i campi rom… son diventati tutti leghisti».

Intanto, nelle scorse settimane, alle comunità cristiane è arrivata la lettera della Cei (Conferenza episcopale italiana) sul problema dell’immigrazione. «Siamo consapevoli che nemmeno noi cristiani, di fronte al fenomeno globale delle migrazioni, con le sue opportunità e i suoi problemi, possiamo limitarci a risposte prefabbricate, ma dobbiamo affrontarlo con realismo e intelligenza, con creatività e audacia, e al tempo stesso, con prudenza, evitando soluzioni semplicistiche. Riconosciamo che esistono dei limiti nell’accoglienza», scrivono i vescovi. «Al di là di quelli dettati dall’egoismo, dall’individualismo nel proprio benessere, da una economia e da una politica che non riconosce la persona nella sua integralità, esistono limiti imposti da una reale possibilità di offrire condizioni abitative, di lavoro e di vita dignitose. Siamo consapevoli che il periodo di crisi rende più difficile l’accoglienza». E i vescovi ribadiscono che «il primo diritto è quello di non dover essere costretti a lasciare la propria terra».

UN UNICO Centro per i rimpatri a livello regionale. Un Cie (identificazione ed espulsione) modello «perché ci vuole anche poco a fare meglio di quanto fatto finora» sottolinea Manuel Vescovi, senatore della Lega, già consigliere regionale toscano, padovano di nascita e residente ad Agliana in provincia di Pistoia. «Vogliamo mettere in atto una politica di buonsenso anche per il Cie» spiega.

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