Comunicato stampa – risposta di auletta al ministro lollobrigida

L’assalto della Destra ai tesori ambientali del nostro territorio sembra non aver mai fine. Dopo l’attacco alla storia e al territorio del Parco si punta addirittura al suo cuore più prezioso: la Tenuta di San Rossore. Questa volta a scomodarsi è stato addirittura il ministro Lollobrigida, di cui ormai abbiamo imparato (tristemente) a conoscere il pensiero, per invocare la necessità di “togliere qualche vincolo che impedisce un maggiore sviluppo e trovare risorse per sostenere le grandi potenzialità” dell’Ippodromo di San Rossore.

Vorremmo spiegare al ministro che, purtroppo, la sua idea non è nuova: chi ha amministrato questo territorio per 20 anni prima di loro, ha già provato a proporre quella stessa filosofia secondo cui le norme di tutela degli habitat unici in Europa di San Rossore rappresenterebbero un limite allo sviluppo delle attività economiche, in particolare quello dell’ippodromo.
Ma fortunatamente il territorio non è a loro disposizione e quell’idea fu rispedita al mittente: esistono leggi, nazionali ed europee, che tutelano le aree protette. Ma non solo: c’è un’intera comunità che ha difeso e difenderà ogni volta che sarà necessario quella riserva di biodiversità e di bellezza custodita nel nostro Parco.

Il problema vero di queste parole è che rappresentano l’arretratezza culturale di questa Destra, che considera la tutela dell’ambiente ancora come un vincolo allo sviluppo, quando ormai chiunque, a livello internazionale, ha capito che è vero proprio il contrario. Dovremo lavorare piuttosto per rendere quell’attività più compatibile con l’ambiente, e farne davvero una struttura unica nel panorama nazionale proprio per l’ambiente in cui è inserita. La concorrenza basata sull’abbassamento della qualità non porta da nessuna parte e di certo non è auspicabile.

Noi abbiamo un’idea diversa che vogliamo portare al governo del territorio: valorizzare le attività economiche, tutte e in particolar modo quelle che vantano una lunga tradizione di presenza sul territorio, proprio a partire dalla compatibilità con l’ambiente e la biodiversità.

Una città in comune

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