Crocevia tra i traffici: aumentano in Toscana i reati contro l’ambiente

sabato 2 agosto 2014, REPUBBLICA FIRENZE Pagina: VII

Crocevia tra i traffici: aumentano in Toscana i reati contro l’ambiente

ILARIA CIUTI

REATI contro l’ambiente sono in aumento non solo in tutta Italia, ma anche in Toscana, che si tratti di agricoltura, acque, inquinamento, ma soprattutto rifiuti. Arpat riprende e diffonde dalle pagine del suo bollettino, ArpatNews, l’allarme lanciato da Legambiente Toscana nel suo dossier su «L’illegalità ambientale», estraendone però i dati toscani. «Una situazione, qui, da non sottovalutare – dice il presidente di Legambiente toscana, Fausto Ferruzza -La nostra regione si colloca al sesto posto tra quelle con più numerosi reati ambientali, dopo solo le quattro regioni sede acclarata di criminalità organizzata (Calabria, Campania, Pulgia e Sicilia) e il Lazio». Non si stupisce Ferruzza: «La Toscana è una regione crocevia e se anche è vero che l’azione di contrasto delle forze dell’ordine, della magistratura e degli stessi cittadini qui è molto forte e dunque fa emergere le irregolarità, è altrettanto vero che la Toscana si trova in mezzo ai grandi traffici che devono passare tutti di qui». Il presidente continua: «Non è un caso se a Monteroni d’Arbia nel senese esiste il più grande bene, un’enorme azienda agricola, confiscato alla mafia in Italia, al di fuori delle quattro regioni di cui sopra».
Arp at evidenzia i dati toscani del dossier di Legambiente che considera una serie di reati contro l’ambiente che vanno dalle contraffazioni alimentari all’abusivismo edilizio, gli incendi, la tratta degli animali, i reati ai danni del patrimonio culturale, quelli legati al ciclo dei rifiuti. Si scopre che a livello nazionale i reati accertati nel 2013 salgono sia nel settore agroalimentare che in quello dei rifiuti. Sono 9.540 i reati in campo agroalimentare e 5.025 nel ciclo dei rifiuti (più 14,3% rispetto al 2012). Crescono anche i reati contro la fauna:8.504 (più 6,6%). Siccome si tratta di reati accertati, la tendenza all’aumento nonè solo di un anno, ma degli ultimi anni, perché risalgono anche a reati commessi prima del 2013 ma su cui i tribunali hanno sono arrivati a sentenza recentemente.
I dati toscani sono in crescita come quelli nazionali. Sull’insieme dei reati, 1.989 infrazioni sono state commesse in Toscana, tra cui 105 riguardano i controlli degli impianti di
smaltimento dei rifiuti, dove non di r ado vengono portati rifiuti falsamente certificati di un tipo e invece sono di un altro, per esempio rifiuti pericolosi, industriali o speciali in una discarica di semplici rifiuti urbani, e 144 riguardano controlli diretti dei rifiuti presso siti industriali. Dopodiché 25 reati accertati riguardano le irregolarità nei depuratori, 37 quelle degli scarichi industriali, 84 sono in campo agricolo, 48 riguardano l’inquinamento acustico. Questo solo per fare alcuni esempi tra cui i rifiuti eccellono. D’altra parte sia Legambiente che Arpat sottolineano il legame accertato tra criminalità e gestione dei rifiuti. Oltre al cambiamento negli ultimi anni dei modi di operare della criminalità che, indica Legambiente, «non ha abbandonato i classici sistemi di trasporto e smaltimento illeciti ma vi ha affiancato altre attività, come il riciclo in nero o il finto riciclo».
Comunque i reati che riguardano il ciclo dei rifiuti non sono circoscrivibili al tipo più comune, ossia solo all’imbroglio sul tipo di rifiuto che va abusivamente in una discarica dove non potrebbe stare o che addirittura si inventa discariche che ufficialmente non esistono. Ci sono anche i danni alle falde acquifere che derivano dal percolato di discariche mal costruite o mal gestite, e non solo. «Accade anche in quelle che sono ben gestite ma non sufficientemente controllate al minuto», dice Ferruzza. Il quale addita un male di fondo in tutti questi traffici illeciti ai danni dell’ambiente: che vengono puniti solo con sanzioni e non considerati reati penali. «Da mesi -ricorda- è giacente in commissione ambiente al Senato una proposta di legge bipartisan per inserire i reati ambientali nel codice penale. Oggi tutti questi reati, tranne il traffico illecito di rifiuti tossici e nocivi sotterrati come nella terra dei fuochi, si risolve con una sanzione. E’ evidente che non basta a combatterli».

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