Darsena Europa: un nuovo layout. Crescono i costi di questa grande opera con l’appoggio di centrodestra e centrosinistra

Un nuovo layout per la Darsena Europa. L’abbiamo appreso ieri dagli uffici comunali perché abbiamo ottenuto di discutere del progetto nella Prima Commissione Consiliare. Una richiesta che avevamo depositato già a settembre scorso: ancora una volta senza una nostra iniziativa né la cittadinanza né tantomeno chi siede in Consiglio comunale sarebbe stato informato su uno degli interventi più imponenti ed impattanti per il futuro della nostra costa e del nostro litorale.

Ricostruiamo: la Darsena causerà erosione a danno del litorale pisano. Per renderla accettabile a Pisa si parlò di una compensazione dicendo che i fanghi che saranno dragati per costruirla verranno utilizzati per il ripascimento della costa. Una cosa che francamente sembrava poco credibile da subito: denunciammo subito che questa soluzione era una vera e propria bugia: non era infatti difficile immaginare che i fanghi non potessero essere utilizzati secondo le previsioni iniziali. E infatti: le analisi effettuate hanno dimostrato che sono risultati non compatibili. Dovranno quindi essere conferiti in vasca di colmata nel porto di Livorno. Vasca che dovrà quindi essere più grande dell’atteso. Ci chiediamo se non sia per questa ragione che è necessario il nuovo layout. Ad oggi non è comunque ancora chiaro in cosa consisteranno le modifiche, né quali saranno i costi e i tempi. Sappiamo comunque che sarà necessario effettuare un nuovo studio sugli impatti sul litorale. E che per il ripascimento ora si pensa a raccogliere sabbie nel mare di Viareggio: ma anche in questo caso bisognerà prima fare delle analisi per essere sicuri che vadano bene. Senza contare che anche questa soluzione potrebbe avere un impatto ambientale, che dovrà essere valutato. Altri costi.

Da quanto sapevamo sino a ieri sera, erano già previsti adeguamenti del progetto che, anche a causa del rincaro dei costi dei materiali edili legato alla congiuntura internazionale, comporteranno un aumento dei costi stimato in 70-80 milioni di euro. Ad ora l’opera già costerebbe 450 milioni di euro (200 dalla Regione, 200 dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili e 50 dal Cipe).

Senza aver ancora quasi avviato i lavori, i costi aumentano. Ma quello che conta, come avevamo già denunciato, è muovere i soldi. Nei fatti, si va avanti secondo quello che ormai è un modello consolidato di gestione delle grandi opere: si fanno progettazioni che saltano ad ogni passo, dopodiché sono necessari nuovi studi e riprogettazioni per cui i costi lievitano costantemente.

La stessa cosa per i danni ambientali: ad ogni passo risultano più gravi, e per ridurre l’impatto da una parte se me causano magari altri da altre parti.

Abbiamo già a più riprese messo in discussione non solo il fatto che la Darsena Europa sia strategica, vista l’inesistenza nel nostro Paese di una pianificazione dello sviluppo di porti e relative infrastrutture e la conseguente concorrenza di altri rilevanti e crescenti poli portuali, ma anche sostenibile, considerata la rilevanza degli impatti di cui sarebbe responsabile.

Su questo sono pesantissime le responsabilità del centrodestra e del centrosinistra, che sostengono parimenti la realizzazione di questo intervento non pensando ad altro che al solito vecchio e disastroso “sviluppo”: sfruttare le risorse fino prosciugarle e distruggere irreversibilmente mare e territorio col chiodo fisso di competere con i confinanti (ma in questo caso i porti che perderanno la competizione cosa diventeranno?). Tutto per arricchire in realtà davvero pochi, mentre i più dovranno pagare le conseguenze nefaste di queste visioni rovinose.

Cosa hanno intenzione di fare Conti e la destra che governa la città nei confronti del loro Ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini? A Pisa sono state avanzate sinora solo timide critiche accettando compensazioni: ora i nodi vengono al pettine, mentre a livello nazionale si spinge sull’acceleratore per realizzare la Darsena, come il Rigassificatore e la Pista di Peretola, in piena sintonia con il Partito Democratico.

L’opposizione a questa grande opera è per noi un punto dirimente del programma con cui ci candidiamo alle prossime elezioni amministrative, alternativo quindi tanto al centrodestra quanto al centrosinistra. Riteniamo che le centinaia di milioni di euro di fondi disponibili devono essere utilizzati per una proposta diametralmente opposta a quella della Darsena Europa, quella sì strategica: recupero ambientale, difesa dei litorali, protezione e miglioramento della biodiversità, economia sostenibile a servizio della comunità locale con la creazione di lavoro giusto e sicuro in cooperazione con le altre comunità.

Una città in comune
Rifondazione Comunista

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