Disabilità: nuovo albo per le associazioni proposto dalla assessora Munno è una sciocchezza

Com’era quel vecchio detto “una ne fa e cento ne pensa”? Un detto che ben si addice alla amministrazione Conti e in particolare alla assessora alle politiche socio-educative e scolastiche di Fratelli d’Italia, Sandra Munno, alla ricerca di visibilità.

Infatti l’assessora prova ad inventarsi maldestramente un bando per la costituzione di un Albo di associazioni operanti nell’ambito della disabilità, ovviamente senza nessun confronto né con le associazioni né all’interno delle commissioni competenti.

Ma, andiamo con ordine: molti sanno che esistono le associazioni di volontariato e le associazioni di promozione sociale e i relativi Albi a cui le associazioni sono invitate ad iscriversi. Tutto ciò è normato da leggi regionali all’interno di una legge quadro nazionale e gli Albi, prima provinciali, ora sono comunali. Una cosa normale, semplice, che dà conto dell’estrema varietà e volontà di partecipazione dei nostri territori.

All’assessora Munno tutto ciò evidentemente non piace: troppo semplice, troppo trasparente, troppo paritario. Deve avere pensato: ora mi faccio un Albo tutto mio, solo di associazioni che operano nella disabilità e solo di Pisa. Un modo per gestire un piccolo potere legato alla distribuzione dei finanziamenti.

Ed ecco che esce fuori con un bando con cui si chiede alle associazioni, solo “quelle che si occupano di disabili”, di iscriversi. Evidentemente l’operazione non stava andando in porto e così è di questi giorni la decisione di una proroga al 16 marzo della scadenza per la presentazione delle domande, rispetto a quella prevista inizialmente per il 15 febbraio.

I/Le presidenti delle associazioni devono aver pensato: se sono già iscritto/a all’Albo, quello vero, perché mi dovrei iscrivere a uno “farlocco”?

E questa è anche la nostra domanda all’assessora Munno: perché un Albo che è un duplicato di ciò che già esiste e per di più con un evidente elemento discriminatorio? Questo infatti è l’elemento più evidente, di tutta la faccenda. L’assessora forse non sa che di disabili possono occuparsi tutti perché è un tema trasversale nella nostra società che deve essere sempre più includente e inclusiva. Chi si occupa di teatro e realizza spettacoli con e per i disabili non conta? E chi gestisce gruppi sportivi per normodotati e per disabili e, triplo salto mortale, per normodotati e disabili insieme? O l’assessora intende associazioni di disabili fatte solo da disabili,? Oppure di normodotati che realizzano servizi per disabili? La nostra società per fortuna e molto più avanti dei propositi confusi e discriminatori di una assessora che, per lo meno, avrebbe dovuto informarsi meglio.

Diritti in comune: Una città in comune – Rifondazione Comunista – Pisa Possibile

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