Domus Mazziniana chiusa : uno scandalo per la nostra città

Com’è purtroppo noto, la Domus Mazziniana – straordinario archivio-biblioteca che raccoglieva documenti unici non solo per la storia del territorio pisano – è stata riallestita in vista delle celebrazioni del 150° dell’Unità d’Italia. Le ha nuociuto – ci si passi il termine alla luce di quanto è accaduto – essere Istituto nazionale sin dal 1952, sul quale la Presidenza Berlusconi ha fissato l’attenzione e ha stanziato direttamente € 2.600.000 per il suo restauro, avvenuto nel biennio 2010-2011. I lavori, affidati all’architetto romano Annalaura Spalla, hanno modificato radicalmente la funzione della Domus Mazziniana da centro di raccolta e conservazione di documenti a luogo “espositivo e narrativo della vita privata e politica di Mazzini”, a museo virtuale che ha sfrattato la maggior parte dei libri e dei documenti lì conservati. La nuova Domus Mazziniana è stata inaugurata il 20 ottobre 2011 alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ma da allora è stata aperta al pubblico soltanto poche settimane. Tanto che il 30 ottobre 2012 il Ministero dell’Interno ha nominato per la sua gestione un Commissario Straordinario nella persona del Direttore della Scuola Normale Superiore, Fabio Beltram.
Questi ha di recente dichiarato alla stampa e poi di fronte alla Commissione cultura del Comune di Pisa che la Domus al momento dell’inaugurazione in pompa magna nel 2011 non aveva le necessarie certificazioni di agibilità né di prevenzione anti-incendio. È stata dunque inaugurata abusivamente e abusivamente tenuta aperta per poco più di un anno. Dopo alcuni lavori di messa a norma – e nuove spese aggiuntive –, il certificato di prevenzione anti-
incendio è stato adesso ottenuto, non ancora quello di agibilità. Lo snaturamento e il danno al patrimonio della Domus assume caratteri paradossali se si pensa che dal 2011 si paga un affitto annuo ad un soggetto privato di € 26.000 per il deposito in alcuni magazzini a Perignano di Lari (Pisa) delle oltre 3.000 lettere, degli 87.000 documenti e di parte dei 40.000 volumi che, fino a pochi anni fa, costituivano il tesoro della Domus Mazziniana. Questa è stata svuotata del suo patrimonio, riempita di schermi e computer per ricostruzioni multimediali che nessuno può comunque vedere.
Di fronte alla necessità di rendere nuovamente fruibile la struttura, il Commissario ha stimato che sarebbero necessarie due unità di personale contemporaneamente presenti , e la Scuola Normale non può permettersi una simile spesa. Come si pensava di tenere aperta la Domus Mazziniana al momento dei lavori, eseguiti in tutta fretta, secondo la logica dell’emergenza?
Il Commissario Straordinario Beltram ha inoltre fatto presente che è in corso una trattativa con il MiBACT per ottenere una dotazione di personale tale da poter aprire la Domus Mazziniana. Nessuno finora si era posto il problema, ma non è tutto, perché oggi si viene a sapere che sono necessari circa € 60.000 l’anno per tenere aperta e attiva la struttura.
Nonostante ciò, in occasione dell’inaugurazione del 2011 il sindaco di Pisa ha voluto costituire presso la Domus un Centro Internazionale di Studi sulla Democrazia, sottoscritto tra gli altri dallo stesso Marco Filippeschi, dal rettore dell’Università Augello, dagli allora Rettori della Scuola Normale Superiore e della Scuola Superiore Sant’Anna (Fabio Beltram e Maria Chiara Carrozza), dal Presidente della Regione Toscana dott. Enrico Rossi. Dopo una serie di riunioni “con varie figure di spicco”, l’assessore Danti ha riferito, rispondendo alla nostra interpellanza, che la stessa Regione Toscana ha deciso di non mettere a disposizione risorse per finanziare la riapertura della Domus.
Oltre al danno la beffa, in una vicenda degna dell’interessamento della Corte dei Conti. Facendo un rapido calcolo, infatti, per la nuova Domus Mazziniana sono stati spesi dal 2010 ad oggi oltre € 2.600.000 e ogni anno che passa se ne spendono € 26.000 per pagare l’affitto per le povere carte e per i libri ingiustamente sfrattati da casa loro, il cui degrado in ambienti non idonei è da tutti immaginabile, mentre gli studiosi hanno visto venir meno quel Centro di studi sul risorgimento, che era aperto e funzionante.
Chiediamo che su questa vicenda si faccia luce al più presto e che anche il Comune si faccia carico di una richiesta presso il MiBACT delle risorse necessarie all’apertura e alla fruizione della Domus Mazziniana. Deve essere riaperta al più presto e si deve trovare una soluzione urgente per la tutela e la fruizione del al suo patrimonio librario e archivistico.
Chiediamo che, prima di intraprendere lavori molto costosi allestire i tanti spazi espositivi in cantiere (Museo delle Navi, Museo della Città, Museo della Scienza, etc.), vengano valutate le reali necessità e urgenze e ci si ponga il problema di come tenere aperte simili strutture.
Infine ci continuiamo a chiedere come sia possibile che l’Amministrazione comunale non fosse a conoscenza dell’assenza dei certificati di agibilità necessari al momento dell’inaugurazione con il Presidente della Repubblica? Possibile che ne sia venuta a conoscenza solo dal Commissario Straordinario
Beltram?

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