Duemila pisani in difesa dell’articolo 18

TIRRENO PISA Pagina: V

Duemila pisani in difesa dell’articolo 18

Pisa risponde in massa all’appello della Cgil. Saranno oltre duemila i pisani che sabato prossimo parteciperanno alla manifestazione a Roma indetta dalla Cgil per contestare le politiche in materia di lavoro del governo Renzi. Dopo centinaia di assemblee svolte in tutta la provincia e il presidio di sabato scorso sotto la Prefettura, la Cgil pisana parteciperà in massa a quella che si preannuncia come una delle più grandi mobilitazioni degli ultimi anni.

«Una manifestazione – spiega Gianfranco Francese, segretario generale della Cgil di Pisa – per rispondere al duro attacco che l’esecutivo Renzi, in continuità con i governi precedenti, sta portando avanti contro i lavoratori e il mondo del lavoro, con politiche liberiste e ultraliberiste fondate non sulla creazione di nuovi posti di lavoro, ma sulla cancellazione dei diritti dei lavoratori». Il sindacato
punta il dito in particolare contro il tentativo di abolizione dell’articolo 18, «pilastro del mondo del lavoro – sottolinea Francese – e strumento di difesa dai soprusi e dall e ingiustizie che i lavoratori subiscono». «L’ attacco all’articolo 18 – continua il segretario pisano della Cgil – è probabilmente anche il tentativo di nascondere il fallimento di ripresa economica prevista dal governo». Quella dell’esecutivo Renzi, secondo la segreteria pisana della Cgil, rappresenta «una strategia sbagliata, che porterà inevitabilmente ad uno scontro invece che ad un’unità, fondamentale in questo periodo di crisi».
Sabato, da Pisa, Pontedera, Volterra, San Miniato, Pomarance e Castelnuovo partiranno oltre 25 autobus. Altri raggiungeranno la capitale in treno e con mezzi privati per partecipare a quella che sarà la prima manifestazione «di una lunga campagna di lotta per affermare le ragioni dei lavoratori», specifica il sindacato. «Sarà una grande e pacifica giornata di mobilitazione – conclude Francese – e una sveglia per il Paese che deve tornare a credere in se stesso. Auspichiamo che dopo il 25 ottobre, il governo inizi a dialogare con le parti sociali ed apra un vero confronto con le organizzazioni sindacali».

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