E i prof fanno lo sciopero della fame

domenica
6 maggio 2018
Testata:
LA VERITÀ
Pagina:
7

Quelli diplomati verrebbero esclusi dalle graduatorie, perdendo il posto di lavoro Esplode la protesta contro il ministro (senza laurea) che non trova una soluzione

di ALESSANDRO RICO

Ennesimo capitolo della disavventura degli insegnanti con diploma magistrale, esclusi dalle graduatorie a esaurimento (Gae) da una sentenza del Consiglio di Stato e a rischio di perdere la cattedra con la fine dell’anno scolastico.

In migliaia hanno aderito allo sciopero del2 e 3 maggio. Giovedì, molti maestri sono ritrovati in viale Trastevere, davanti alla sede del ministero dell’Istruzione, per chiedere una soluzione politica che consenta di salvare i posti di lavoro: i 2.000 ricorrenti «bocciati» da Palazzo Spada sono già fuori dalle Gae, mentre per altri 40.000 le sentenze di merito, attese nel corso dell’estate, potrebbero significare il licenziamento.

Il 28 aprile, i dimostranti hanno iniziato anche uno sciopero della fame, suscitando la solidarietà dei colleghi: dai docenti delle scuole medie e superiori, a un insegnante romano di scuola primaria, anch’esso con diploma magistrale, il quale, pur essendo in ruolo da oltre trent’anni, ha deciso simbolicamente di unirsi al digiuno. Invece il ministro Valeria Fedeli, diplomata magistrale ed ex maestra d’asilo, ha sempre preferito temporeggiare, forse sperando di passare la patata bollente al successivo governo, con il pretesto di aspettare il parere dell’avvocatura dello Stato. Pronunciamento che ha confermato i timori dei maestri non laureati.

Ma la politica non è rimasta tutta a guardare. La Lega si era mossa per ottenere la stabilizzazione dei precari in Veneto e in Emilia Romagna. Ora, è la Commissione cultura della Camera che cerca il modo di soccorrere i precari con comprovata esperienza di insegnamento. Il Partito democratico, però, ha ribadito la propria contrarietà alla riapertura delle graduatorie a esaurimento, proposta dal centrodestra. Secondo la senatrice Simona Malpezzi, «riaprire le Gae indiscriminatamente sarebbe un atto irresponsabile e irrispettoso per le migliaia di docenti che hanno fatto .un concorso pubblico e per le famiglie e i bambini che hanno diritto alla migliore istruzione possibile». I dem puntano a un piano triennale di assunzioni, che attingerebbe dalle Gae e da graduatorie di merito regionali, alle quali sarebbero ammessi i diplomati con tre anni di servizio negli ultimi otto anni scolastici.

Intanto, sebbene la Fedeli avesse assicurato che non ci sarebbe stato alcun impatto immediato sui livelli occupazionali, giunge notizia di licenziamenti. A Pistoia, ad esempio, l’Ufficio scolastico ha revocato il contratto a tempo indeterminato di alcune maestre, cui sarà assicurata soltanto una supplenza fino al 30 giugno 2018.

Il Miur si prepara a giorni di agitazioni: fino all’i1 maggio, in concomitanza con le date delle prove Invalsi, varie sigle sindacali hanno indetto degli scioperi per protestare contro questi controversi test nazionali, che costituiscono requisito d’accesso agli esami conclusivi del primo ciclo d’istruzione.

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