Ecosistema urbano, città toscane dove si vive meglio: la prima è Livorno. Poi Pisa, Siena e Firenze

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Ecosistema urbano, città toscane dove si vive meglio: la prima è Livorno. Poi Pisa, Siena e Firenze

Passano gli anni e poco cambia. Come nel resto d’Italia anche nelle città toscane continua a tirare la stessa aria; davvero poche nel complesso, le novità. A parte qualche primato nazionale, come nel caso di Siena (per le piccole città) che eccelle nel trasporto pubblico locale le città toscane sono, infatti, quasi tutte posizionate a metà, nella classifica nazionale. Nel complesso abbiamo una buona presenza di aree verdi e isole pedonali, un trasporto pubblico eccellente nella domanda e nell’offerta, bassi consumi di acqua, ed una sufficiente qualità dell’aria, buone anche le posizioni per il verde urbano, ma ci sono ancora molti lati da migliorare quali l’allarme rosso per la produzione dei rifiuti, le dispersioni della rete idrica, i consumi energetici, l’elevato numero di motoveicoli circolanti e il tasso di incidentalità stradale. Livorno (32° nazionale) è prima a livello regionale, seguita da Pisa (43°), Siena (57°) e Firenze (60°). Questo il quadro che emerge dalla ventunesima edizione di Ecosistema Urbano, il rapporto di Legambiente sulla vivibilità ambientale dei capoluoghi di provincia italiani, realizzato in collaborazione con l’Istituto di Ricerche Ambiente Italia e Sole 24 Ore. “Un quadro complessivamente mediocre, che spinge l’intero sistema toscano a fare meglio – dichiara Fausto Ferruzza, Presidente di Legambiente Toscana – soprattutto nei flussi di materia e di energia, ove siamo ancora troppo spreconi e poco inclini al riciclo, nonostante l’esperienza virtuosa di Revet e gli incentivi al GPP della Giunta Regionale”. Dopo 20 edizioni, Ecosistema Urbano cambia pelle. Più che concentrarsi sulla qualità ambientale dei capoluoghi di provincia, il focus punta l’attenzione su quegli indicatori che meglio di altri descrivono la qualità delle politiche ambientali delle città, andando a osservare in modo più approfondito quello che l’amministrazione locale fa (o non fa) per migliorare la mobilità, la gestione dei rifiuti e delle acque e – in generale – la qualità del proprio territorio. Quest’anno, sono 18 gli indicatori selezionati per confrontare tra loro i 104 capoluoghi di provincia italiani. Tre indici sulla qualità dell’aria (concentrazioni di polveri sottili, biossido di azoto e ozono), tre sulla gestione delle acque (consumi, dispersione della rete e depurazione), due sui rifiuti (produzione e raccolta differenziata), due sul trasporto pubblico (il primo sull’offerta, il secondo sull’uso che ne fa la popolazione), cinque sulla mobilità (tasso di motorizzazione auto e moto, modale share, indice di ciclabilità e isole pedonali), uno sull’incidentalità stradale, due sull’energia (consumi e diffusione rinnovabili). Quattro indicatori su diciotto selezionati per la classifica finale (tasso di motorizzazione auto, tasso di motorizzazione moto, incidenti stradali e consumi energetici domestici) utilizzano dati pubblicati da Istat. I risultati del rapporto: Livorno (32°): si posiziona, in positivo, tra i primi posti della classifica nazionali (7°) per l’indicatore riguardante il numero di auto circolanti (54 ogni 100 abitanti), ai primi posti anche per una discreta qualità dell’aria PM10 (15°), per consumi idrici (11°) ed efficienza di depurazione (12°). In negativo tra gli ultimi comuni, invece, per il numero di motoveicoli 26 ogni 100 abitanti e per il tasso di incidentalità stradale che vede Livorno tra gli ultimi gradini della scala nazionale (84°). Un nuovo indice, introdotto lo scorso anno che misura il tasso di mortalità per incidenti stradali ogni 10.000 abitanti. Pisa (43°): tra le migliori nella classifica nazionale dove occupa un quinto posto per quanto riguarda l’indice modal share ovvero la percentuale di spostamenti effettuati su mezzi motorizzati (automobili e motocicli). E’ un indice, introdotto quest’anno per la prima volta, di fondamentale importanza perché misura la pressione effettiva che la congestione del traffico può avere nelle città. Tra le prime dieci città italiane per le aree verdi totali. Dodicesima per le isole pedonali (estensione procapite della superficie stradale pedonalizzata). Una qualità dell’aria sufficiente che vede Pisa a metà classifica per NO2, per PM10, per l’Ozono. Un penultimo posto (98°) poco felice e da bollino nero invece per la produzione pro-capite di R.S.U. (798,8,0 kb/ab/a). Tra le ultime città italiane anche per consumo elettrico domestico, per i consumi idrici (74°), per il numero di veicoli 19/100 abitanti e per incidentalità stradale (101°). Siena (57°): tra i comuni più piccoli eccelle con 219 passeggeri/ab/anno e può vantare un ottimo trasporto pubblico (1° a livello nazionale). Siena agli ultimi posti per la produzione procapite di R.S.U (88°in Italia), consumo elettrico domestico procapite (83° posto) e per il numero di motocicli circolanti 22 ogni 100 abitanti. Firenze (60°): possiede un servizio di trasporto pubblico che, relativamente al dimensionamento del territorio comunale offre performance soddisfacenti. Buona la posizione anche per i consumi giornalieri di acqua potabile per uso domestico dove occupa un ottavo posto nazionale in positivo. Tra le prime in classifica anche per le isole pedonali (6°), per la domanda e l’offerta di trasporto pubblico tra le grandi città (8°). Tra le migliori città italiane per le auto circolanti 52 ogni 100 abitanti. Sufficiente la qualità dell’aria nei due indici dell’inquinamento atmosferico: Ozono (40°), PM10 (39°). Viene però annoverata tra le situazioni peggiori con una media annuale (superiore a 60 mg/mc.) per quanto riguarda NO2 . Ancora troppi i rifiuti prodotti (619,3 kg/ab/a – 80°) e troppo alto il numero di motoveicoli 19 ogni 100 abitanti (92°). Agli ultimi posti anche per l’indice riguardante la capacità di depurazione (77° con il 75%) e i consumi domestici di elettricità per un 72° posto poco felice. Lucca (65°): nella top ten per il verde urbano fruibile e per le isole pedonali (4°) che portano il comune sempre tra i gradini alti nella relativa classifica nazionale. Tuttavia resta elevata la sua posizione in negativo per la quantità di rifiuti procapite prodotta (87° – 679,5 kg/ab/a) da fargli occupare la parte bassa della scala. Bollino rosso anche per il numero delle auto (65/100ab) e per i motocicli circolanti (13/100ab). Pistoia (68°): è, in positivo, il quinto comune italiano più parsimonioso per quanto riguarda i consumi idrici con 117,9 litri al giorno procapite. Buona nella media la qualità dell’aria nei tre indici di riferimento. Tra le peggiori per l’indice di depurazione depurazione (58%) e anche per il trasporto pubblico locale per quanto riguarda le città medie. Arezzo (70°): è tra le città che consumano meno acqua in Italia (4°). Va evidenziata la buona posizione a livello nazionale per quanto riguarda l’indice inerente il solare termico e fotovoltaico (21°). Alta la produzione di rifiuti (69°) ma dopo Livorno è la città citta toscana che ne produce meno. In negativo a fine classifica per il numero di auto circolanti (66/100ab) e di motocicli (15/100ab) circolanti. Anche il tasso di incidentalità stradale con 1,21 vittime ogni 10.000ab. fa occupare ad Arezzo un 97° poco felice. Grosseto (71°): annoverata tra le migliori città italiane per qualità dell’aria con un secondo posto nazionale per l’indice di PM10 e un settimo posto per NO2. Tra le peggiori per quanto riguarda l’indice modal share con un 80% che fa piazzare Grosseto nella parte finale della classifica. Anche in questo caso elevato il numero dei motocicli circolanti 15/100ab. Dopo Livorno, Arezzo e Massa è la città che produce meno R.S.U. però rimane comunque alta la produzione dei rifiuti con (595,4kg/ab/a ) Prato (72°): seconda a livello nazionale in positivo per i consumi giornalieri idrici con (109,2/ab/gg) e terza tra le città toscane per il solare termico e fotovoltaico. Si piazza tra i primi posti per le aree verdi totali (8°) e buona la posizione anche per il verde urbano fruibile. Sono ancora lontani gli ottimi risultati per la produzione procapite di rifiuti urbani che fa vedere Prato fra gli ultimi posti lista (92° – 695,2kb/ab/a). A fine classifica si trova Massa(83°): seconda città nella classifica nazionale per l’indicatore sulle energie rinnovabili che si concentra quest’anno sulla diffusione del solare termico e fotovoltaico in strutture pubbliche e rappresenta la componente principale dell’area tematica energia. Insieme a Livorno ed Arezzo è la città che produce meno rifiuti con 581,9 kb/ab/a. Nella top ten nazionale (11°) per il verde urbano fruibile. Tra le ultime in classifica anche per le perdite di rete con oltre il 57% (74°). Elevato anche il numero di auto 60/100ab e di motocicli 18/100ab. Agli ultimi gradini anche per incidentalità stradale (97°). Qualche osservazione: Nel nostro paese, prevale un format decisionale che guarda alla città da prospettive parziali, ciascuna delle quali persegue logiche di settore spesso contraddittorie e in reciproca elisione che favoriscono un’incoerente destinazione delle risorse e una perniciosa disorganicità nelle azioni. Ma diversamente vanno le cose in numerose città europee. Barcellona, Bilbao, Londra, Malmö, Copenaghen, Vienna e Amburgo, per citarne solo alcune, mostrano ognuna a modo suo una capacità di ripensarsi: la rigenerazione passa o almeno tenta di passare attraverso piccoli e grandi interventi di trasformazione tesa a cancellare gli errori del passato e accrescere la qualità dei servizi e la vivibilità. E il confronto con i nostri vicini europei è fondamentale per leggere correttamente le classifiche di Ecosistema Urbano, che quest’anno si concentra sulla qualità delle politiche ambientali dei nostri capoluoghi di provincia, per osservare in modo più approfondito quello che l’amministrazione locale fa, o non fa, per migliorare la mobilità, la gestione dei rifiuti e delle acque e, in generale, la qualità del proprio territorio. L’insieme dei dati ci dice, ancora una volta, che le città italiane vanno a tre velocità: sono lente, lentissime e statiche. Fonte: Legambiente Toscana

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