Emergenza climatica ignorata da chi governa ad ogni livello: in gioco il futuro di tutte e tutti

Due morti e decine di feriti: è il bilancio drammatico e provvisorio del maltempo di queste ore nella sola Toscana. Due morti e decine di feriti che non sono frutto del caso, purtroppo; né di una natura che si ribella.

No, la responsabilità si trova tutta nel solco della peggiore gestione del territorio e dell’economia speculativa e distruttiva che divora le nostre vite e i luoghi in cui viviamo: una politica che continua a spingere sulla cementificazione selvaggia, che insiste nell’uso illimitato delle fonti energetiche fossili, che ha abbandonato territori preziosi definendoli “marginali” perché non utilizzabili facilmente per fare profitto, rendendoli così vulnerabili e facendone in tanti casi dei nuovi fattori di rischio.

Una politica che non contempla seriamente l’adozione di strategie di contrasto e mitigazione del cambiamento climatico, la cui esistenza del resto ha provato a negare fino a ieri. Una tradizione infine condivisa a livello locale, regionale e nazionale da chi ha governato sino ad oggi i nostri territori, dal PD alla Lega ai loro alleati vecchi e nuovi: chi ha deciso che il PNRR – in contrasto con gli obiettivi dichiarati – finanzierà rigassificatori e grandi opere dannose stando nel governo sino all’altro giorno; chi a livello locale pianifica decine di migliaia di metri quadrati di cemento e asfalto tra Tangenziale Nord-Est, nuovi parcheggi e nuove edificazioni, magari infilando tutto questo in piani, come il PUMS, che dovrebbero essere fondati sulla sostenibilità ambientale.

Quanto sta succedendo oggi è stato annunciato da tempo dagli scienziati, che da molti anni propongono politiche del tutto opposte a quelle portate avanti sino ad oggi. Non solo: l’abbiamo già visto succedere nella nostra regione anche in anni molto recenti.

Alle vittime, alle loro famiglie, va tutta la nostra solidarietà e partecipazione.

Ma c’è anche un lavoro da fare perché quanto sta avvenendo non avvenga più. Si deve uscire dalla logica dell’emergenza e mettere davvero al centro il contrasto e la mitigazione del cambiamento climatico, così come e la messa in sicurezza del territorio. A partire dalla cancellazione di nuove cementificazioni e asfalto per finire col mettere in atto politiche per la tutela e cura dei nostri paesaggi, del nostro ambiente, della nostra comunità.

Una città in comune

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