Esplosione all’Eni di Stagno

L’esplosione avvenuta all’interno del forno F2 Hot oil all’interno dell’impianto Eni di Stagno è un episodio gravissimo che impone un cambio radicale.

In attesa dell’esito delle indagini sulle cause che hanno determinato il divampare delle fiamme, che per fortuna non hanno avuto nessuna conseguenza, non possiamo non ricordare quello che in questi anni i lavoratori hanno denunciato a più riprese: la riduzione degli investimenti sulla sicurezza, sulle manutenzioni, sulla formazione del personale, con al contempo un processo fortissimo di esternalizzazioni e subappalti.

Questo grave episodio conferma ulteriormente, semmai ce ne fosse stato bisogno, lo stretto ed indissolubile legame tra la tutela dei diritti dei lavoratori e la sicurezza.

Inoltre in gioco c’è un modello e una idea di sviluppo e del rapporto tra lavoro e ambiente, inquinamento e vivibilità, questioni che non si risolvono con qualche pennellata di greenwashing.

Anche questa volta vi è un contrasto irriducibile tra gli interessi privati e quelli collettivi rappresentanti dalla tutela della salute, dell’ambiente e del lavoro.

Una città in comune

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