Ex asnu: ennesima speculazione contro il patrimonio comune

Un supermercato, l’ennesimo, dentro gli spazi dell’ex Asnu/Ex-Gea, grazie alla variante ad hoc fatta dalla Giunta Conti e inserita surrettiziamente dentro la variante di Porta a Lucca.

Si tratta dell’ennesimo insediamento delle catene della grande distribuzione in pieno centro dopo quelle in via San Martino e in Piazza Santa Caterina, in Borgo Stretto.

Da sempre contestiamo questo modello economico del settore commerciale improntato ad un’idea di consumo che provoca solo desertificazione del tessuto del piccolo commercio locale di prossimità e di qualità, che distrugge la qualità del lavoro e si basa su una gestione della filiera del cibo che strangola i piccoli produttori e ostacola lo sviluppo della filiera corta (anche se in parte se ne giova per ragioni di marketing).

Tutto questo, poi, avviene dopo che l’emergenza Covid19 ha ulteriormente messo in crisi il piccolo commercio mentre ha favorito enormi fatturati nella grande distribuzione: le liberalizzazioni che centrosinistra e centrodestra hanno portato avanti in questi anni avevano infatti già reso fragili i piccoli esercizi e ora ne vediamo le conseguenze ultime.

Attenzione, però: i Comuni possono contrastare la proliferazione di questo modello commerciale che distrugge le nostre città e impoverisce i loro abitanti. Il fatto è che si tratta come sempre di scelte politiche precise, riguardanti i precisi interessi che si vogliono difendere. E quasi mai vengono intraprese, guarda caso.

Negli ultimi anni a Pisa con il centrosinistra sono nati come funghi scatoloni di cemento per la grande distribuzione, dall’Aurelia a Cisanello, accanto alle torri di Bulgarella; ora con la Lega, invece, si dà il via a nuove pesanti previsioni di aree commerciali a Porta a mare, a Porta a Lucca, e persino dietro le mura in via Emanuele Filiberto.

L’ Ex-Asnu lo conosco centimetro per centimetro. Lo liberammo dal degrado e dell’abbandono il 30 maggio del 2003 e lì nacque il Laboratorio delle disobbedienza Rebeldia, fummo anche sgomberati pistole in mano dalle forze di polizia. In questi venti anni sono state tantissime le lotte e i progetti costruiti dal basso per un uso sociale di questo immobile pubblico a ridosso delle mura. Da allora il riutilizzo degli spazi abbandonati lo abbiamo praticato in tante e tanti in decine di luoghi diversi contro le politiche speculative assecondate e favorite prima dalle giunta di centrosinistra e ora dal centrodestra, con decine di denunce e ripetuti sgomberi.

A differenza delle altre coalizioni per noi il patrimonio è un bene comune.

Siamo contrari alla svendita dei beni immobili pubblici che invece dovrebbero essere riutilizzati incentivando progetti di autogestione per dare spazio alle mille idee della nostra città.

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