Ex-Colorificio: migliaia di euro di IMU dovuti dalla J Colors al Comune

Continua la nostra opera di trasparenza e inchiesta sul mancato pagamento delle imposte delle grandi proprietà immobiliari della città.

E’ arrivata in questi giorni la risposta all’interrogazione n.43 del 28/12/2023, avente ad oggetto “Verifica su imposte dovute dalla J Colors al Comune di Pisa per quanto riguarda l’ex-Colorificio Toscano” che abbiamo rivolto alla Sepi.

Il quadro non è ancora completo perché “Risultano ulteriori differenze d’imposta per le annualità successive al 2018,” ma gli uffici stanno provvedendo a finire il controllo.

Quello che ad oggi è certo è che – nonostante i ripetuti avvisi – l’imposta Municipale Unica del 2018 non è stata pagata per € 56.939,00.

Che i proprietari della J Colors “odiassero” le Tasse lo sapevamo dal 2013 quando inveivano contro gli attivisti del Municipio dei Beni Comuni che avevano liberato dall’incuria l’ex Colorificio Toscano e che lo stavano rendendo un bene di pubblica fruizione. “Provate anche voi a sottoporvi alle regole rispettate da ogni cittadino” scriveva Junghanns nei giorni in cui chiedeva di rientrare in possesso dell’immobile lungo viale delle Cascine che aveva colpevolmente abbandonato e per il quale non paga le imposte dovute al Comune, “Le vostre azioni ci impediscono di disporre dei beni che non solo abbiamo pagato, ma che continuiamo a sostenere con il versamento annuale di odiate tasse, come l’Imu.”

Ancora una volta ci troviamo di fronte a grandi realtà imprenditoriali che, in particolare sull’IMU, non corrispondono il dovuto mentre ci si accanisce contro le fasce più deboli della nostra società che, colpite dalla crisi, diventano morose incolpevoli all’interno di un sistema fiscale sempre più iniquo che tutela i grandi interessi economici e finanziari e colpevolizza e punisce i più deboli.

Oggi come nel 2012, quando fu liberato e restituito alla cittadinanza l’Ex-Colorificio con un progetto importantissimo di fabbrica recuperata, è chiaro che non esiste una progettualità per l’area che possa avere un qualche riflesso positivo per la città ad eccezione di ipotesi speculative che sono sempre lì ferme.
La Sepi, infatti, certifica chiaramente nella sua risposta “l’effettivo stato di abbandono e inutilizzo dell’immobile dal 2013″ (oggi ulteriori 11 anni si aggiungono ai 20 anni di abbandono precedente)

Chiediamo che il Comune di Pisa continui negli accertamenti, ma soprattutto agisca tutte le vie possibili perché i grandi proprietari immobiliari paghino le tasse dovute.
Rilanciamo inoltre una delle nostre proposte per incentivare il recupero degli edifici abbandonati e recuperare allo stesso tempo nuove risorse per la cura della città: una sanzione di 200 euro al metro quadro, come avviene in altre città europee, per tutte le proprietà che non si adoperino per il recupero, il ripristino e il riuso delle aree dismesse.
Quello che proponiamo è un modello che contemporaneamente agisca sul degrado urbano, renda non necessario il consumo di nuovo suolo, recuperi risorse finanziarie che diano l’opportunità alla cittadinanza di liberare energie ed idee per uno sviluppo sostenibile e innovativo della città.

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