Ex nido San Biagio…ancora una volta pagano i soggetti più deboli

Nell’articolo del 23.06 scorso apparso su Pagina Q l’assessore Chiofalo declamava il modello dei servizi educativi comunali pisani, richiamando la qualità educativa e gestionale del sistema dell’area. L’attenzione, in quell’occasione, veniva posta sul tema della qualità ed in specifico della valutazione e sulla necessità che essa non riguardi solo la parte educativo-didattica ma anche l’aspetto gestionale: “Anche le capacità gestionali diventano molto importanti nella valutazione di un sistema” ha detto Chiofalo, “queste permettono infatti di raggiungere l’equilibrio tra esigenze qualitative ed allargamento del servizio al numero massimo di famiglie”.
Di cosa stava parlando in quella dichiarazione?

Per chi lavora all’interno dei servizi educativi e sociali sia pubblici che privati, la qualità ed il processo di valutazione ad essa connesso sono ‘un affar serio’, che implica conoscenza di tutti gli aspetti che compongono un servizio, documentazione e raccolta dati. La parte pedagogica, educativa, didattica, organizzativa, amministrativa e gestionale, legata alla sicurezza e alla armoniosità degli ambienti, alla qualità relazionale del gruppo che lavora in un determinato servizio (siano esse educatrici, cuoche, personale ausiliario, insegnanti di sostegno, tirocinanti ecc.), la qualità relazionale con i genitori, l’ancoraggio del servizio al contesto locale, sono tutti elementi che interagiscono e si influenzano reciprocamente. La valutazione della qualità del servizio educativo passa dalla cura e l’analisi di tutto questo.

Cosa è successo al servizio nido di San Biagio? E come si pone, questo, in relazione con le varie dichiarazioni entusiaste dell’Assessore Chiofalo in merito al sistema dei servizi educativi pisani? Perchè alle parole sono seguite, ancora una volta, azioni coerenti che tutelano davvero la qualità?

Il nido di San Biagio è stato esternalizzato al fine di diventare un centro educativo sperimentale per la fascia di età 0-6, a titolarità pubblica ma a gestione privata (DGC n.28 del 25.02.2014). L’esternalizzazione implica l’avvio della procedura amministrativa del bando a cui possono partecipare i soggetti titolati. Chi vince gestisce il servizio e mette a disposizione il personale richiesto. Le criticità solitamente si evidenziano maggiormente in questo momento ed anche stavolta, non sono mancate.

Il caso di questi ultimi giorni, è quello di due operatrici a cui, successivamente al bando, è stato proposto di rientrare nel servizio, passando dalla ditta Elior alla Consizio di cooperative CIP, con un contratto a meno ore (quasi la metà, 20 invece di 35), con equivalente calo di stipendio (si parla di diverse centinaia di euro in meno al mese!), e con un livello professionale inferiore. Una svalutazione totale del personale; è questa la qualità a cui si riferisce e a cui mira l’Assessore Chiofalo? A quale concetto di valutazione si rifà se non fa mai rientrare lei e gli uffici preposti nella valutazione della qualità erogata?

Chi lavora nei servizi sa che il riconoscimento economico e professionale per il lavoro svolto è uno dei mattoni su cui si costruisce la qualità. D’altra parte la politica è parte integrante del processo di costruzione della qualità dei servizi. Non si può pensare che le responsabilità stiano solo in chi gestiva prima il servizio nella cooperativa aggiudicataria.

Decidere per un’esternalizzazione, stabilire di trasformare un servizio e cambiarne l’identità, definire il carattere sperimentale del processo; affidare tutto questo tramite una gara al ribasso; scrivere un bando ed un capitolato che inevitalbimente inducono ad una riduzione del personale ATA e che non prevedono alcun criterio atto a garantire e tutelare il riconoscimento professionale e l’esperienza maturata; ..quale coerenza hanno queste azioni reali, con l’importanza propagandata a parole dal Comune di Pisa nei confronti della qualità dei servizi educativi?

Non riusciamo a scorgerla a meno che la modalità di gestire il sistema dei servizi educativi di Pisa non sia funzionale a privatizzare il sistema stesso più che a promuovelo, sostenerlo, articolarlo, migliorarlo, arriccchirlo.

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