Finito il cibo per i pasti dei più poveri

martedì 15 aprile 2014, TIRRENO PISA Pagina: I

Finito il cibo per i pasti dei più poveri

Grido di allarme di Caritas e San Vincenzo de’ Paoli: le nostre mense non hanno risorse per assistere i bisognosi

Emergenza alla Caritas e alla San Vincenzo de’ Paoli: scarseggiano generi di prima necessità da destinare alle famiglie bisognose ed a coloro che ogni giorno si rivolgono alla mensa dei poveri per avere un pasto caldo. Il grido di allarme, con richiesta di un aiuto (sia materiale che economico), è stato lanciato domenica dal pulpito della chiesa di Santo Stefano, a Porta a Lucca, al termine della messa delle Palme. «Proprio nella grande settimana in cui come cristiani facciamo memoria del grande dono della Resurrezione di Gesù ha detto un giovane volontario della Caritas in una chiesa gremita – la San Vincenzo e la mensa Caritas della nostra unità pastorale stanno affrontando una situazione veramente difficile: non hanno risorse a sufficienza per poter sostenere l’attività di assistenza alle famiglie la fornitura di un pasto ai più bisognosi».
Le scorte di Caritas e San Vincenzo dell’unità pastorale di Santo Stefano e dei Passi stanno terminando e possono far fronte alle necessità ancora per poco più di un mese: all’appello mancano urgentemente prodotti a lunga conservazione (zucchero, farina, tonno, olio e latte), ma anche prodotti freschi come carne e pane. La situazione è al limite, lo si capisce dalle parole e dagli sguardi in parrocchia: non certo perché l’impegno dei tanti volontari che si adoperano per aiutare i meno fortunati sia venuto meno, ma perché a rendere drammatica l’emergenza ci si sono messi altri fattori che hanno a che fare con la crisi che stiamo attraversando. Senza dimenticare, anzi, la diminuzione sostanziale dei contributi pubblici. Primi tra tutti quelli comunitari: l’Ue ha visto al ribasso i finanziamenti legati al programma Fead di aiuto agli indigenti. «Proprio in base alle nuove impostazioni comunitarie – spiega infatti Ivan Ascari, viceresponsabile della mensa Caritas di Porta a Lucca – è venuta meno buona parte delle derrate fondamentali per poter mandare avanti i nostri servizi. Ma non solo. Ad interrompere la generosa catena di solidarietà hanno contribuito le scelte aziendali di alcuni supermercati, anche locali, che non ci concedeno più prodotti freschi in scadenza, come carne e latticini, fondamentali per sfamare chi ogni giorno (una quarantina di persone) bussa alla porta della nostra mensa». Ai livelli di guardia anche la situazione alla San Vincenzo. «Se qualcosa non cambia – sottolinea Carla Di Dente, volontaria e dirigente della onlus di Porta a Lucca – tra un mese non saremo più in grado di assicurare il pacco alimentare a una quarantina di famiglie della nostra parrocchia. Persone veramente bisognose, drammaticamente travolte dalla crisi, che attendono come una manna dal cielo i nostri aiuti alimentari». Allora, come poter dare una mano? A suggerire la strada è lo stesso consiglio pastorale di Santo Stefano, parrocchia guidata da don Carlo Campinotti, attraverso l’appello lanciato domenica: sono bene accetti contributi straordinari in denaro per far fronte alle prime necessità; raccolte verranno fatte anche durante le messe in questa settimana, oltre a donazioni di generi alimentari. Chiunque può contribuire lasciando pacchi spesa in parrocchia. «Perchè si ripeta, qui ed oggi – si legge nell’appello lanciato in chiesa – il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci».

di Roberta Galli

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