Franco Cardini “Cose poco utili a capire la storia e i protagonisti della vera guerra di Liberazione”

venerdì
27 aprile 2018
Testata:
REPUBBLICA FIRENZE
Pagina:
VII

«Le rievocazioni storiche e militari sono legittime ma sfoggiare i mezzi e i soldati tedeschi non è certo cosa opportuna a ridosso della celebrazione della Liberazione». Per lo storico Franco Cardini quella di Cascina è «una scelta di tipo demagogico, una speculazione architettata per tentare di affermare il principio che dopo tanto antifascismo ora è venuto il tempo dell’anticomunismo, è un modo per raccontare un’altra Liberazione. Così, tanto per ricordarci che siamo un Paese irrecuperabile da questo punto di vista. Non cresceremo mai è inutile».

Perché non è opportuna la rievocazione di Cascina?

«Le faccio una confessione: da quasi adolescente militavo nel Msi. Ecco, preferivo le messe per il Duce a cose di questo genere, erano più decorose. Cose così sono invece l’ennesima riproposizione della Storia in altre forme. Ho visto anche Berlusconi a Porzus nei giorni scorsi, siamo sulla stessa falsariga: sciocchezze assolute. Al movimento di liberazione hanno partecipato tutti in Italia, anche i comunisti. Certo la guerra non l’hanno vinta i partigiani ma l’esercito alleato. Però questi sono modi pretestuosi per forzare la storia: un conto è cercare la pacificazione come fece una volta anni fa Luciano Violante parlando delle ragioni dei vinti, i ragazzi di Salò, altro voler raccontare una Liberazione depurata dai comunisti, dai partigiani. Così sarebbe una stupidaggine. E pure leggermente infame».

A Cascina i mezzi alleati apriranno la strada e poi sarà allestito un comando militare tedesco. Non è un modo di annacquare la storia?

«Esistono anche associazioni perle rievocazioni serie, quelli che rimettono in piedi la battaglia di Waterloo ad esempio. Ma fare una cosa simile in un Comune già noto per mosse provocatorie è roba di bassa lega, è una speculazione sull’anticomunismo. Roba poco utile a capire la storia e poco decorosa. Si rischia pesantemente di essere non a torto etichettati da provocatori o di fare pagliacciate. I soldati tedeschi veri sono venuti tante volte al passo della Futa a fare cerimonie di ricordo dei loro compagni morti sull’Appennino, Ma una sfilata con finti reduci a
ridosso del 25 aprile è una cosa di scarso spessore e cattivo gusto».

Non ravvede anche revisionismo? Un modo di riabilitare il nazifascismo?

«Il problema non è lo sdoganamento del fascismo. Io sono uno dei quelli per cui il passato dovrebbe passare una volta per tutte, dopo un dialogo serio. A Cascina non mi pare si sia di fronte ad una cosa con serio valore storico. Qui non si mira a sdoganare i movimenti nazifascisti, questa è un’operazione per fare appello alla parte cosiddetta “moderata” e non di sinistra. E non è un caso che lo faccia la sindaca leghista di Cascina, che ha sbaragliato un Comune rosso anzi rossissimo. Questa mi sa tanto di rievocazione a comando per speculare politicamente sulla Liberazione depurandola dai comunisti. È così che si radica una mentalità e si introducono nuovi paravalori».

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