Gestione delle Mura: inaccettabile risparmiare sul costo del lavoro. La Giunta Conti non può girarsi dall’altra parte

Negli scorsi giorni abbiamo partecipato all’assemblea pubblica promossa dalla Cgil di Pisa sulle condizioni di lavoratori e lavoratrici dipendenti delle società che gestiscono in concessione le mura di Pisa.

La situazione che denunciano lavoratori e lavoratrici è inaccettabile e rispecchia le scelte dell’Amministrazione sulla gestione dei beni culturali della città e non solo (vedi appalto pulizie….).
Scelte basate sulla riduzione del costo del lavoro, che sconfina in forme di sfruttamento intollerabili. Lavoratori e lavoratrici che mantengono aperta e funzionante una delle risorse culturali e turistiche più importanti di Pisa, lavorano con un contratto part-time multiservizi (invece di quello Federcultura) e con inquadramento da operaio.
Arriviamo al punto che non dispongono, neanche di un bagno durante il turno!!!

Sosteniamo i lavoratori e le lavoratrici in merito alle loro legittime richieste di un adeguato inquadramento contrattuale e il pieno riconoscimento dei diritti.

Anche in questo caso la Giunta Conti non può sottrarsi alle proprie responsabilità in quanto è il Comune che ha dato in concessione la gestione del servizio delle mura a queste ditte: l’Amministrazione non può quindi esimersi dall’intervenire.

Porteremo, quindi, la questione sia in commissione sia in consiglio comunale perché a tutti i lavoratori e le lavoratrici sia riconosciuto il contratto Federcultura.
Al contempo sollecitiamo risposte da parte della Giunta, che da mesi tace riguardo al piano economico-finanziario per la gestione delle mura. Questo piano doveva essere redatto nell’aprile del 2023, ma ad oggi non è ancora stato approvato, seppure nel frattempo si sia proceduto ad aumentare il costo dei biglietti in assenza di uno strumento di programmazione.

Da sempre abbiamo denunciato gli effetti perversi di una gestione esternalizzata del percorso sulle mura, e i nodi ora vengono tutti al pettine, come sempre sulla pelle di chi ci lavora.

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