Gli studenti bocciano la “Buona Scuola” del governo Renzi

TIRRENO PISA Pagina: VI

Gli studenti bocciano la “Buona Scuola” del governo Renzi

Manifestazione in piazza per protestare contro la riforma «Risponde alle esigenze dell’impresa e dei poteri forti»

Gli studenti medi tornano in piazza per contestare la “Buona Scuola”, la riforma scolastica del governo Renzi. “Non un passo indietro” è lo slogan scelto per la manifestazione organizzata nell’ambito di una mobilitazione nazionale dall’ Unione degli studenti (Uds), che ieri ha visto scendere in strada decine di ragazzi pisani nel giorno in cui il Consiglio dei ministri ha esaminato il disegno di legge sulla riforma. Dopo il concentramento in piazza Guerrazzi, dietro lo striscione “Stop Buona Scuola”, i manifestanti hanno attraversato il centro storico fino a piazza Santa Caterina.
«Nonostante le mobilitazioni e la scarsissima partecipazione degli studenti alla consultazione – sottolineano i manifestanti -, vogliono calarci dall’alto una riforma che in buona parte risponde alle esigenze dell’impresa e dei poteri forti del Paese. A confermarlo vi sono le nuove agevolazioni previste per chi sceglie le scuole private e il bonus fiscale per gli investimenti privati nella scuola pubblica. Non è invece stato messo al centro chi vive la scuola pubblica ogni giorno, in primis gli studenti». Finanziamenti alle scuole private, taglio alle risorse per l’edilizia scolastica e i meccanismi di valutazione, sono i punti della riforma maggiormente criticati dagli studenti. La mobilitazione ha incassato anche il sostegno della lista civica Una Città in comune, che sottolinea il «pesantissimo e definitivo attacco alla scuola pubblica rappresentato dalla Buona scuola di Renzi».
«I soldi stanziati provengono dal mondo dell’istruzione stessa- si legge in una nota della lista civica -, senza nessun nuovo investimento in didattica, laboratori e nell’ammodernamento e messa in sicurezza degli edifici scolastici, prevedendo un impoverimento ulteriore per i lavoratori della scuola. Gli insegnanti saranno controllati da presidi-manager che decideranno in maniera arbitraria quali sono i “meritevoli”, determinando lo stipendio e la carriera degli insegnan ti che si troveranno a competere tra di loro, con grave danno per la didattica. I privati potranno controllare la didattica ed usufruire di moltissime ore di lavoro gratuite da parte degli studenti. Tutto questo dietro lo spot falso dell’assunzione dei precari: in realtà si prevede la stabilizzazione di una parte sola di essi, mentre per tutti gli altri c’è il licenziamento».

Condividi questo articolo

Lascia un commento