Grasso a Pisa sulle macerie rosse. «Un manifesto per la nuova sinistra»

martedì
26 giugno 2018
Testata:
TIRRENO
Pagina:
4

L’INTERVISTA

di Cristiano Marcacci

PISA

Non parla a caso di “ricostruzione”. Quando lo fa è a Pisa, dove è stato invitato a rilanciare la raccolta di firme-appello #CoraggiodaLeU e a presentare il suo ultimo libro “Storie di sangue, amici e fantasmi”. Intorno vede solo macerie di colore rosso. Il terremoto c’è stato meno di 24 ore prima ed è stato preceduto dal cambio di colore del cielo, diventato improvvisamente verde. Pietro Grasso, ex giudice antimafia, ex presidente del Senato e leader di “Liberi e Uguali”, si definisce attonito per il risultato uscito dalle urne.

Senatore Grasso, se l’aspettava una debacle di così vaste proporzioni?
«Proprio no. Questa destra continua a surfare un’onda lunga e continua, che evidentemente non s’interrompe nemmeno di fronte a quelle che fino a poco tempo fa erano considerate delle roccaforti della sinistra. E non mi riferisco solo a Pisa e alla Toscana, mi vengono in mente anche l’Emilia e Imola».

Cos’altro aspetta il centrosinistra a imparare la lezione?
«I segnali, a questo punto, ci sono tutti, per chi vuol capire. Non ci si può limitare ad un’analisi che parta da alcune eccezioni, come ad esempio Ancona, Teramo e Brindisi. C’è bisogno di rimodulare tutte le forze di sinistra e di riprendere in mano i valori fondanti, riallestendo un tessuto politico e culturale che possa reagire all’avanzata leghista».

Qual è la sua ricetta? «Non è la mia. È quella di “Liberi e Uguali”, il cui progetto comincia a muovere i primi passi proprio al momento giusto. Noi stiamo procedendo verso una fase costituente, verso un qualcosa di totalmente nuovo, che parta da zero. Con la splendida possibilità di stabilire tutto: i valori, i temi su cui puntare e che uniscono».

Ci sta parlando di un manifesto della nuova sinistra italiana?
«Sì, possiamo chiamarlo così. Un manifesto aperto al dialogo e al contributo di tutti. Un percorso aperto, chiunque potrà iscriversi e con l’ausilio di 50 firme proporre dei temi da sottoporre alla validazione dei vari territori. Vogliamo procedere di mattone in mattone, con pazienza, tenacia e tanta umiltà».

Alla fine per costruire cosa?
«Una casa, la residenza di una grande comunità, alla cui nascita tutti possono contribuire, in modo poi da sentirsi a casa propria. Dopo i temi e dopo aver deciso i contenuti che costituiranno il manifesto, la seconda fase del progetto sarà riservata alla scelta della classe dirigente che sarà chiamato ad attuarlo».

Non le pare un percorso un po’ troppo lungo che stona con la fase di emergenza in cui si trova la sinistra?
«Sicuramente non sarà un percorso breve, ma si tratterà nel contempo di una fase molto attiva. Non staremo insomma seduti con i pop-corn in mano a vedere come va a finire, se Lega e Cinque Stelle saranno in grado o meno di mantenere le promesse formulate a quella fascia di popolazione, soprattutto nelle periferie eccessivamente trascurate in questi ultimi anni, che si è sentita compresa più dalla destra, da cui sono arrivate probabilmente quelle risposte di sinistra che in tanti si aspettavano dal Pd e dai suoi alleati».

Concretamente, quindi, da dove ripartire?
«Dal riprendere in mano i problemi dei cittadini, offrendo loro risposte concrete e una protezione che non sia protezionismo, con i valori di una forza di sinistra. In primo luogo nell’ambito del lavoro. Oggi (ieri per chi legge, ndr), ad esempio, ho voluto incontrare i rappresentanti dellaFiom e una delegazione di lavoratori della Bekaert (ex Pirelli, ndr) di Figline Valdarno, dove ci sono 318 persone che rischiano di essere mandate a casa. Non lo possiamo permettere e ci mobiliteremo insieme a loro».

Tornando in conclusione al nuovo soggetto politico per una sinistra italiana più moderna e più al passo rispetto ai bisogni dei cittadini, qual è la vostra scaletta operativa?
«Entro giugno sarà costituito il comitato promotore, di cui ho proposto facciano parte ad esempio Cecilia Carmassi, Silvia Prodi, Serena Spinelli e Martina Draghi. Dal primo luglio al 30 settembre, invece, si apriranno le adesioni per dare il via al processo costituente».

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