Gravissima aggressione razzista a Pisa. La nostra solidarietà a Ibrahima Dieng

L’aggressione razzista contro Ibrahima Dieng, amico, compagno e Presidente della rete di associazioni “Unità Migranti”, ci lascia sgomenti e indignati.

È vergognoso e preoccupante sapere che, per le strade di Pisa, si possa venire colpiti all’improvviso da tanta violenza verbale e fisica solo per il colore della pelle. Per di più alla presenza dei propri familiari. Siamo certi che tutta la città voglia unirsi a noi nell’esprimere solidarietà e affetto a Ibrahima e nel respingere con forza l’inciviltà razzista in nome dei principi democratici della nostra Costituzione.

Ma l’indignazione e il richiamo ai principi non è più sufficiente. Né è accettabile derubricare questi episodi, che periodicamente si verificano, come casi isolati e patologici. Nel corso degli ultimi trent’anni il razzismo è stato sdoganato in Italia dalle politiche omicide e vessatorie in materia di immigrazione e dai discorsi xenofobi su cui le destre, e non solo, hanno costruito le proprie campagne elettorali. I migranti sono stati costruiti come “il nemico” per far sfogare il disagio sociale, causato dalle politiche di tagli e precarietà, e per agevolare lo sfruttamento nelle campagne, nelle fabbriche e nei servizi su cui si fonda l’economia nazionale.

Se vogliamo davvero contrastare la vergogna del razzismo, occorre denunciarne le cause politiche ed economiche e dire basta: basta lasciar morire famiglie intere in mare, come accade regolarmente nel Mediterraneo; basta lasciar morire braccianti sul lavoro, come avvenuto a Satnam Singh tre settimane fa nell’Agro Pontino; basta spingere al suicidio nei centri di espulsione persone che non hanno commesso nessun crimine, come avvenuto a Ousmane Sylla lo scorso febbraio; basta promuovere politiche locali e ordinanze che criminalizzano i soggetti vulnerabili, specie se stranieri.

Per dare un segnale forte in questa direzione, abbiamo chiesto questa mattina al Sindaco di Pisa, al Presidente del Consiglio e a tutte le forze politiche di far intervenire e ascoltare Ibrahima Dieng nel prossimo Consiglio comunale. Non deve trattarsi di un atto formale, ancorché doveroso, ma deve essere il punto di partenza per una riflessione collettiva e per una assunzione di responsabilità su come estirpare le radici del razzismo, a Pisa e altrove. Fin da ora esprimiamo la nostra adesione a eventi e manifestazioni pubbliche che le comunità e le associazioni antirazziste della città vorranno organizzare, per mandare un segnale forte e chiaro: chi alimenta odio e paura non ha posto tra di noi.

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