Handling: no alla svendita a Consulta, i soci pubblici si oppongano. Operazione su cui serve chiarezza

Dopo settimane di silenzi Toscana Aeroporti ha rivelato la cordata a cui vuole vendere (o meglio, svendere) il comparto handling – e gli appalti connessi – degli aeroporti di Pisa a Firenze.

Si tratta della società Consulta, che già oggi possiede circa il 14% del servizio di handling per le compagnie che operano nell’aeroporto Galilei, insieme ad una cordata composta da 2 imprenditori romani.

Il primo è Ugo De Carolis, già amministratore delegato di Aeroporti di Roma e di Telepass, ricordato negli scorsi mesi per la vendita di 27 mila azioni di Atlantia, di cui era dirigente, per un valore di oltre mezzo milione di euro poche ore prima che fosse resa nota la decisione dell’agenzia di rating Fitch che ha abbassato il rating sul debito di Atlantia e delle controllate Autostrade per l’Italia e AdR, in seguito alle modifiche introdotte alle concessioni autostradali dal decreto Milleproroghe.

Il secondo è Roberto Ottaviani, genero di Gianni Letta, attivo nell’hotellerie e nei servizi di catering, ricordato nei Panama Papers, il cui nome era anche balzato agli onori della cronaca per il discusso affidamento del costosissimo servizio di catering per il G8 dell’Aquila.

Se l’operazione andasse in porto Consulta si troverebbe così in una posizione monopolistica all’interno dello scalo pisano nella gestione del servizio di handling, posizione la cui regolarità sarebbe tutta da verificare e che non potrebbe essere aggirata solo con il solito sistema delle scatole cinesi, da parte dell’azienda.

Il passaggio dei lavoratori e delle lavoratrici da Toscana Aeroporti Handling rischia di avere conseguenze drammatiche sia sul fronte salariale, con perdite di retribuzioni significative, sia sul fronte occupazionale, in quanto la garanzia richiesta da Toscana Aeroporti a Consulta di tutelare i livelli occupazioni e salariali solo per i primi 24 mesi è una “non clausola”, tanto più vista la situazione di fermo del sistema aeroportuale dovuta alla pandemia che non dà alcuna garanzia.

A questo si aggiunge che non vi è alcuna certezza riguardo al mantenimento del posto di lavoro per i dipendenti, circa 150, dell’appalto del carico-scarico bagagli e delle pulizie.

Nonostante la forte mobilitazione da parte dei lavoratori e di tutte le organizzazioni sindacali, che va avanti da giorni, la società intende tirare dritto con la vendita, con l’obiettivo di chiuderla prima dell’estate.

Siamo dunque al fianco di questa protesta contro una società che vuole spudoratamente fare profitti sulla pelle dei propri dipendenti. Occorre bloccare questa svendita e pertanto serve un’azione incisiva da parte dei soci pubblici, che ad oggi è mancata completamente. Anzi, i rappresentanti del Cda di parte pubblica hanno approvato questa decisione.

Diritti in comune: Una città in comune – Rifondazione Comunista – Pisa Possibile

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