«H&M licenzia». «No, turn-over»

martedì 22 luglio 2014, TIRRENO PISA Pagina: III

«H&M licenzia». «No, turn-over»

Una città in Comune e Prc: quattro via senza preavviso. L’azienda: non hanno superatola fase di prova

«Licenziati senza motivo a poco più di un mese dall’apertura». «No, il rapporto di lavoro è cessato perché non hanno superato il periodo di prova e sono già stati in parte sostituiti».

Punti di vista opposti quelli che vedono al centro il tema dell’occupazione nel punto vendita di “H&M” in Corso Italia. Prima delle opinioni, il fatto: quattro giovani hanno ricevuto una lettera firmata dal colosso svedese con la quale viene comunicata l’interruzione del rapporto di lavoro. Nel frattempo tre persone «sono state collocate e per la quarta posizione si finalizzerà a breve l’inserimento» fanno sapere dall’ufficio stampa della società a Milano. Il saldo, dunque, tra entrate e uscite sarebbe pari. È una logica, però, che per “Una città in Comune” e Rifondazione Comunista non solo va criticata, ma impone anche l’intervento dell’amministrazione. “H&M” sta marciando con un ritmo commerciale invidiabile nelle stanze ristrutturate di Palazzo Vincenti. Il 5 giugno l’inaugurazione, i giorni seguenti la clientela su e giù tra i piani dello storico edificio. Ventisei i posti di lavoro, di cui tredici con nuove assunzioni. «Licenziati senza preavviso». «Un’inaugurazione in pompa magna alla presenza delle massime cariche del Comune: dal sindaco Marco Filippeschi al presidente del consiglio comunale, Ranieri Del Torto all’assessore all’Istruzione, Marilù Chiofalo – affermano Prc e “Una città in Comune” -.Doveva essere un tassello nel rilancio dell’occupazione in città. Ma non è tutto oro quello che luccica. L’azienda ricorre a ogni tipo di contratto: dal part-time al full time al job on call, prevedendo due mesi di prova. In questi giorni, allo scadere dei due mesi, H&M sta procedendo a licenziare parte del personale senza alcun preavviso, né motivazione».
«Prova non superata», L’azienda svedese precisa i termini di quello che viene presentato come un turn-over fisiologico nel mondo del lavoro. «Non è stato attuato nessun licenziamento senza preavviso – chiariscono da Milano -. Quattro dipendenti non hanno superato il periodo di prova, previsto nella loro formula contrattuale. Per questo motivo l’azienda, nel rispetto delle norme vigenti, ha deciso di interrompere il rapporto di lavoro. Il nostro approccio ha una forte connotazione etica e si basa sul rispetto verso ciascun individuo. Crediamo nei nostri dipendenti e agiamo sempre con la massima correttezza nei loro confronti». Appello alle istituzioni. Prc e “Una città in Comune” temono che l’operazione nasconda la necessità di risparmiare proponendo contratti meno onerosi e più precari. E per questo, ritenendo che il caso riguardi tutta la città, esprimono «sostegno e nostra piena solidarietà alle lavoratrici e ai lavoratori licenziati e chiediamo con forza che gli enti locali non solo prendano posizione su questa vicenda, ma si facciano soggetti attivi perché la multinazionale faccia passi indietro riassumendo il personale». L’azienda, intanto, precisa che sono state già assunte tre persone e una quarta entrerà a breve in organico.

Pietro Barghigiani

«Mi facevano pure i complimenti»
Lo sfogo amaro di una delle persone non confermate dal colosso svedese

Dai complimenti al licenziamento. Tutto in poco meno di 2 mesi. Tanto è durata l’esperi enza lavorativa di 4 dei 26 dipendenti (di cui 13 neoassunti ed il resto proveniente da altri negozi) del punto vendita pisano di H&M. Tra le centinaia di persone – lavoratori e curiosi – che lo scorso 5 giugno hanno affollato Corso Italia per una festa collettiva in occasione dell’inaugurazione dello store di abbigliamento, c’erano tanti ragazzi che hanno visto nella multinazionale svedese il miraggio di un lavoro più o meno stabile. La festa, per loro, è rimasta solo un lontano ricordo e il sogno di un lavoro infranto
da una lettera che, in poche parole e senza alcuna motivazione, annuncia il licenziamento. «Pochi giorni fa – racconta una delle dipendenti di H&M licenziata, che chiede l’anonimato mi è stata consegnata la lettera di licenziamento che annuncia la fine del rapporto lavorativo con effetto immediato e senza alcuna motivazione».
La stessa sorte è toccata ad altri 3 dei 13 neo assunti, di cui due part-time, quattro full-time (tutti inquadrati con un contratto di 6 mesi e con 60 giorni di prova), ed il resto job on call (contratto L’ingresso di Palazzo Vincenti di lavoro a chiamata). Prima di entrare nel negozio di Corso Ita- formazione, iniziato il 12 maglia, i dipendenti neoassunti han- gio a Firenze. Poi la fase di alleno sostenuto anche un corso di stimento dello store pisano. «Abbiamo lavorato 8 ore al giorno per prepararlo», ricorda l’ex dipendente. Dopo meno di due mesi, l’epilogo del rapporto di lavoro. «Non c’era alcun segnale di crisi: il negozio va bene e ci facevano sempre i complimenti continua la lavoratrice licenziata-. Ero tra quelle che incassavano sempre elogi». La buona condotta in certi casi però non basta. «Ci hanno licenziato – conclude l’ex dipendente di H&M e nel frattempo hanno assunto nuovi dipendenti, di cui tre job on call». Come in una roulette russa, i lavoratori sopravvissuti attendono quindi un altro licenziamento.

Danilo Renzullo

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