I Cinque Stelle sono ondivaghi. L’alleanza può aiutare la Lega

mercoledì
13 giugno 2018
Testata:
CORRIERE FIORENTINO
Pagina:
4

Tarchi: la convergenza ai ballottaggi sarà meno indigesta per il M5S

L’intervista
Ma i Cinque Stelle rischiano di essere elettoralmente fagocitati dalla Lega? E questo rischio c’è anche in Toscana, dove molti elettori grillini provengono dalla sinistra?

di Paolo Ceccarelli

Cinque Stelle e Lega restano forze diverse, anche se a Roma sono alleate. Ma attenzione: ai ballottaggi del 24 giugno «la coabitazione governativa potrebbe rendere meno indigesta agli elettori pentastellati una convergenza sui candidati sindaci leghisti». Parola di Marco Tarchi, professore di Scienza Politica all’Università di Firenze e studioso dei movimenti populisti, secondo cui l’appello del Pd toscano ad un Fronte con progressisti e liste civiche «può convincere solo i già convinti».

Professor Tarchi, la Lega centra risultati storici in Toscana e fuori, il M5S è ovunque in difficoltà. È solo la questione immigrazione che favorisce il Carroccio o ci sono altri motivi?
«Da molto tempo sostengo che la questione delle masse migratorie è destinata a diventare uno degli spartiacque politici fondamentali in un continente come l’Europa, che, secondo autorevoli studi recenti, nei prossimi decenni dovrà fronteggiare l’arrivo di molti milioni di africani ed asiatici. È quindi inevitabile che chi si propone di affrontare con decisione questo problema raccolga sempre più consensi. Non accade solo da noi, ma un po’ in tutto il continente. E calo del M5S, però, va addebitato soprattutto al suo ancora scarso radicamento territoriale, e al fatto che l’elettorato di protesta si mobilita ormai quasi solo per le elezioni politiche».

«Non credo. La sovrapposizione fra i due bacini elettorali è parziale. Ognuna delle due formazioni ha caratteristiche specifiche, che potrebbe consentire ad entrambe di coltivare un cospicuo spazio elettorale. E la presa delle etichette di destra e sinistra è sempre meno forte».

Rispondendo alle critiche anche interne al M5S sulla questione immigrazione, Beppe Grillo ha parlato di gufi. È lo stesso termine che usò Renzi per etichettare gli avversari….
«Ha usato il verbo “gufare”, che non è stato inventato da Renzi, ma da lui ripreso dal gergo del tifo sportivo, una delle sue più note passioni. Al di là di questo rilievo, Grillo voleva sottolineare che nei confronti del governo Conte è in atto una pregiudiziale campagna mediatica svalutativa. Non mi pare che abbia torto».

Cinque anni fa il M5S pensava a Gino Strada come presidente della Repubblica. Non è una contraddizione sostenere ora un governo che vuole chiudere i porti italiani agli immigrati?
«E sempre cinque anni fa Grillo scriveva post infuocati contro l’immigrazione di massa e il rischio di perdita di identità degli italiani. Il vero problema è che il M5S si è rapidamente scostato da quella rotta e, per aumentare la platea degli elettori, ha assunto su molti temi atteggiamenti ondivaghi, a causa dell’eterogeneità delle sue anime interne. Il processo di maturazione e istituzionalizzazione a cui la dimensione raggiunta lo costringe dovrà progressivamente limare queste ambiguità e creare una piattaforma di valori condivisi molto più organica. A costo di perdere come del resto già avviene una parte dei militanti “storici”».

Ai ballottaggi del 24 giugno gli elettori grillini guarderanno al centrodestra a impronta leghista? O quelli che un tempo votavano a sinistra torneranno momentaneamente a «casa»?
«Sa che diffido delle previsioni a naso e non mi avventuro a farne. Anche se la coabitazione governativa potrebbe rendere meno indigesta una convergenza su candidati sindaci leghisti, e le forti contrapposizioni passate con il Pd rischiano di sconsigliare a molti elettori pentastellati una concessione di credito al centrosinistra».

Il Pd toscano, in vista dei ballottaggi, chiama a raccolta una sorta di Fronte progressista e civico contro il centrodestra leghista. È una strategia che può funzionare?
«Ne dubito. Può convincere solo i già convinti, ovvero chi pensa che il fascismo stia di nuovo bussando alla porta, lancia gridi d’allarme contro il presunto dilagare del razzismo e prepara ogni forma di mobilitazione (proprio oggi mi è giunto l’invito a una serata gastronomico-musicale piuttosto chic indetta “per fregare i fascisti”…)».

Sul resto dell’elettorato toscano l’appello al Fronte anti Lega non avrà presa?
«I cittadini non ideologizzati non possono certamente essere toccati da queste argomentazioni così viscerali. Le loro preoccupazioni sono di ordine pratico: cercano chi possa dare risposte efficaci ai problemi che si trovano di fronte nella quotidianità ordinaria. Sanno che gli anni Trenta sono finiti da poco meno di un secolo e non credo che anelino a Prese della Bastiglia, nuove Resistenze o a un remake del Sessantotto».

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