I Dem imitano don Chisciotte. E Salvini ringrazia

giovedì
28 giugno 2018
Testata:
SOLE 24 ORE
Pagina:
20

L’ANALISI

Paolo Armaroli

Ieri a Firenze, per iniziativa del sindaco Dario Nardella e del presidente della regione Enrico Rossi, si è svolta una manifestazione contro il razzismo. Così il Pd, in commovente unità d’intenti con Liberi e uguali, continua a combattere contro i mulini a vento. Si vede che don Chisciotte ha fatto scuola perfino in Toscana, dove il partitone del tempo che fu fa il viso delle armi a un nemico che non c’è. Mentre non ha nulla da ridire sul degrado delle città. Ha colpevolmente sottovalutato il fenomeno dell’immigrazione e guardato con sospetto a Marco Minniti, che da ministro dell’Interno ha cercato in tutti i modi di correre ai ripari. E ha trascurato quel senso di insicurezza che attanaglia gl’italiani, alle prese con una microcriminalità dilagante.

Errare è umano, ma perseverare è diabolico. Il Pd ha errato prima delle elezioni politiche e amministrative. Ha promosso manifestazioni antifasciste surreali e strumentali, visto e considerato che i sedicenti fascisti del terzo millennio sono una sparuta percentuale della popolazione. Un fenomeno da prefisso telefonico. Ha fatto di tutto per approvare la legge sullo ius soli. E diversi suoi esponenti, a cominciare dal ministro Graziano Delrio, hanno fatto lo sciopero della fame al fine di ottenere l’approvazione di una legge che non aveva i numeri al Senato. E ha perseverato negli errori dopo voti che hanno ridimensionato la consistenza del partito soprattutto nelle regioni ex rosse: Toscana, Emilia Romagna, Umbria. Ecco che cadono Pisa, Massa, Siena, Pietrasanta, Imola, Terni.

Basti dire, come ricorda Mario Ajello sul Messaggero, che a Siena sulla vetrina della sede della Cgil è subito comparso un cartello dopo il voto di domenica che dice così: «Mai più fascismi». Cioè mai più Matteo Salvini e compagnia cantante. Che naturalmente non possono far altro che ringraziare personaggi che non fanno altro che gonfiare di vento le vele del centrodestra. Mentre Fabio Martini su La Stampa rammenta le parole dell’ex sindaco di Capalbio, la mitica Capalbio dove a “L’ultima spiaggia” si riunivano le più belle intelligenze di sinistra. Queste: «Il partito ha dimostrato di pensare più ai disperati provenienti da oltre mare che ai nostri cittadini inseguiti da Equitalia». Viene perfino il sospetto che l’ex sindaco abbia fatto pure lui il salto della quaglia.

Asuavoltaunpistoiese doc come Vannino Chiti, ex governatore della Toscana e parlamentare di lungo corso, non le manda a dire. Intervistato da Federica Fantozzi, malinconicamente constata sul Mattino che «dove prima si vinceva di più, oggi si perde di più». Mettendo il dito sulla piaga, afferma che «lo specifico negativo è un Pd isolato, autosufficiente, arrogante, incapace diincludere». Sia quando Matteo Renzi facevailbello e il cattivo tempo, sia adesso. Laveritàè che sono state sottovalutate eterno neo della sinistra – sicurezza e legalità. Non è un caso se il Pd raccoglie ancora qualche consenso nel centro delle città, dove abitala buonaborghesia, e non prende palla nelle periferie, a stretto contatto con extracomunitari spesso clandestini. Unapersuasiva spiegazione ladàuno studioso acuto come LucaRicolfi. Sul Messaggerobeffardamente osserva che il Pd oggi è un perfetto partito radicale di massa. Un partito che punta su unioni civili, testamento biologico, riforma carceraria, reato di tortura, ius soli, accoglienza dei migranti.

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