I mesi passano ma per i bambini e le bambine della Bigattiera nessuno scuolabus

Nonostante l’ordine del giorno del primo agosto approvato in consiglio comunale prevedesse un impegno in questa direzione ad oggi nessuna soluzione è stata adottata. Ecco lo stato dell’arte della vicenda dopo l’audizione dell’assessora Chiofalo in seconda commissione consiliare.

 

Il 12 Gennaio, presso il Comune di Pisa, si è svolta la riunione della Seconda Commissione sulla questione del servizio di scuolabus al campo Rom della Bigattiera. La commissione è iniziata con una fase istruttoria funzionale ad avere dati ed informazioni. All’incontro erano presenti oltre ai membri ufficiali della commissione stessa, anche il dirigente della direzione servizi educativi e affari sociali del Comune di Pisa – dr.ssa Laura Nassi; la responsabile infanzia e adolescenza della Società della Salute di Pisa – dr.ssa Cristina Felline; il responsabile servizio scuolabus e l’Assessore Chiofalo.

La prima parte del lavoro della Commissione è stata dedicata a fotografare lo stato dell’arte del servizio nella zona pisana, per poi portare dati specifici sui campi Rom ed in particolare quello della Bigattiera. Il responsabile del servizio di scuolabus ha presentato la seguente situazione: ci sono sedici pulmini in totale (6 a metano e 10 a gasolio), con sedici autisti a disposizione per tutto il comune.

Tre, del totale dei pulmini, sono impegnati sul litorale. Hanno una capienza complessiva di 104 posti e trasportano in più turni un totale di 184 bimbi. Ogni scuolabus è al completo. Esiste una lista di attesa di aventi diritto di 13 bimbi diritto (da cui sono esclusi i bimbi del campo).

In totale i bimbi che usano il servizio a Pisa sono 500, di cui 126 bimbi rom (tra i quali 3 della Bigattiera).

Il costo del servizio è di 500 mila euro e la copertura dei costi da parte degli utenti è del 15%.

Sono stati poi presentati dalla dirigente del Comune di Pisa dr. Nassi i dati di utilizzo del servizio da parte degli utenti rom di Coltano e via Maggiore 77% a Settembre, 70% Ottobre, 61% Novembre, 55% Dicembre. Le percentuali di frequenza scolastica dei bimbi della Bigattiera vanno dal 49% di inizio anno, al 24% di Dicembre.

Del totale (circa 40 bambini tra i 3 ed i 16 anni) di bambini e bambine del Campo della Bigattiera aventi diritto al servizio di scuolabus, solo tre sono riconosciuti dai servizi e quindi ammessi ad usufruire dello scuolabus in quanto residenti.

L’unico preventivo che hanno ricevuto per il trasporto per la Bigattiera è stato fornito dalla CRI per una cifra pari a 127.000 euro. Sembra che la Regione Toscana sia disponibile a mettere a disposizione, in caso di attivazione del servizio, 30 mila euro di compartecipazione.

La seconda parte dell’incontro è stata aperta agli interventi dei partecipanti. Il gruppo ha dibattuto per circa due ore, tra i vari interventi quello più significativo è stato quello dell’Assessore alle politiche socioeducative e scolastiche.

Secondo l’assessore Chiofalo l’assenza dei bambini Rom a scuola è “un problema di comunità adulta che funziona male”. Partendo dall’assunto di base che sono i genitori dei bambini che devono portare i bambini stessi a scuola. L’assessore sostiene che i genitori dei bambini Rom, però, non possiedono tale cultura, pur possedendo una macchina. Seguendo la logica di cui sopra il Comune deve impegnarsi, non tanto a garantire la possibilità di accesso al servizio, quanto a fare un percorso di accompagnamento agli adulti Rom tramite le associazioni di volontariato. ”Senza che in tutto questo il Comune si inserisca in prima persona perché, altrimenti, minerebbe il processo di responsabilizzazione delle famiglie.” (Chiofalo).

A conclusione del suo intervento, sempre  la Chiofalo, ha detto che il problema della Bigattiera riguarda le risorse perché il numero degli adulti, e quindi dei bambini, che vivono li è aumentato. L’assessore ha detto che “Non possiamo pensare di accogliere senza alcun limite. Le risorse sono quelle. Le attitudini sociali di discriminazione vanno condivise con gli altri comuni della provincia.”

Rispetto a queste indicazioni, che sono solo un estratto del lungo intervento dell’assessore, appare chiara l’assoluta assenza di una riflessione complessiva sul metodo e, quindi, sulle conseguenze che un approccio di questo tipo potrebbe generare.

Manca, ad esempio, una riflessione sul rapporto di fiducia tra amministrazione e la popolazione Rom, unica dimensione possibile per costruire ascolto e condividere progetti comuni.

Una di queste conseguenze, la più evidente, è che mentre si continua a riunirsi per pensare le soluzioni, ad oggi i bambini continuano a non andare a scuola.

Per quanto riguarda, infine, la questione della residenza, l’Amministrazione continua a sostenere che si accede al servizio solo se si è residenti nel Comune di Pisa.

Non c’è stato un ordine del giorno del Consiglio Comunale (del primo agosto 2013) che impegnava, invece, a garantire il servizio a tutti i bambini e le bambine?

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