Il cemento in riva al mare. Villaggi turistici: una modifica al piano del paesaggio minaccia la costa

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Il cemento in riva al mare. Villaggi turistici: una modifica al piano del paesaggio minaccia la costa

Dune, addio. Avanti lottizzazione. Campeggi e strutture ricettive fronte mare. Da San Vincenzo a Follonica. Fino all’Elba. Il Pd, saldato a Forza Italia nel ritrovato Patto del Nazareno alla toscana, fa un punto d’onore della trasformazione della costa. E delle modifiche al piano del paesaggio. In Val d’Orcia, l’icona della Toscana all’estero, i paesaggi rurali potranno cambiare. Lunga lavia Francigena si potrà costruire e la Versilia più che per la sua costa d’ora in avanti dovrà essere ricordata per le sue cave. Come se fosse identica a Lunigiana e Garfagnana. Perché le cave, nella nuova versione del piano, sono un elemento di esaltazione del paesaggio.
Attentato alla campagna e alle corti. Del resto, anche in Lucchesi. – secondo gli ultimi ri tocchi al piano – svanisce la struttura delle “case di corte”, gli agglomerati rurali di cui si conservano esempi perfino nel centro storico di Lucca. E che il Comune ha tentato di salvaguardare con un apposito piano e con i regolamenti locali. Ma bastano poche parole di emendamenti Pd e FI per capovolgere il lavoro di anni, portato avanti insieme al ministero dei Beni culturali che – inutilmente – aveva sperato di fare della Toscana il faro (in Italia) perle Regioni intenzionate a tutelare il proprio paesaggio. Soprattutto costiero.
La costa a sud di Livorno. Secondo l’analisi effettuata per redigere il piano del paesaggio, nei principali centri costieri a sud di Livorno (da San Vincenzo a Follonica) e sui promontori (Piombino, Puntone) c’è stato uno «sviluppo accelerato, caratterizzato principalmente da fronti a mare di recente formazione, composti da insediamenti a prevalente specializzazione turistica, in genere di scarsa qualità edilizia e con uno scarso grado di strutturazione interna». La situazione è appesantita dalla «consistente espansione tramite lottizzazioni residenziali e produttive del centro di Venturina, che tendono a erodere le aree agricole adiacenti».
Le “piattaforme turistiche”. In sintesi, questo tratto di Toscana è gravato da «presenza di piattaforme residenziali e turistico- ricettive in ambiti costieri sensibili a elevato rischio ambientale o di particolare pregio naturalistico. Ma la trasformazione dei campeggi litoranei in villaggi turistici con utilizzo di unità abitative di tipo seriale e di scarsa qualità architettonica e urbanistica haprofondaniente trasformato i caratteri paesaggistici e gli equilibri ecologici costieri: cordoni dunali, aree umide residuali, pinete costiere, foci fluviali, eccetera».
Da qui gli indirizzi per le politiche e poi le direttive del piano: «Lungo la costa è prioritario evitare nuovi carichi insediativi al di fuori del territorio urbanizzato e la proliferazione di ulteriori insediamenti e piattaforme turi stico-ricettive e produttive, nonché riqualificare quelle esistenti, migliorandone la qualità ecologica e paesaggistica, con particolare attenzione ai tratti tra San Vincenzo e Baratti, tra Piombino e Follonica, tra Follonica e Portiglioni».
Gli emendamenti dello scandalo. Al contrario, gli emendamenti proposti dal consigliere del Pd Matteo Tortolini prevedono la possibilità di realizzare nuove strutture – villaggi turistici, alberghi, campeggi – lungo la costa, all’Elba e anche di collegarle con infrastrutture nuove di zecca. Uno in particolare, minaccerebbe la costa e per questo sarebbe stato già dichiarato “non accoglibile” dalla giunta. Tortolini, però, lo ha riproposto ugualmente. E quello che prevede di «non evitare la proliferazione delle piattaforme turistico-ricettive sulla costa». Sempre che il testo non venga modificato. Marta Gazzarri e Marco Manneschi – Popolo Toscana (ex Idv) con Giuliano Fedeli – annunciano che presenteranno emendamenti in aula al momento della votazione per recuperare il precedente testo del piano. Ma è improbabile che riescano a ottenere un risultato.
Da tutelare, infatti, non c’è solo la costa. 0 le cave. Da proteggere, come paesaggio, ci sarebbe anche tutta l’area della Val d’Orcia. Secondo laversione originaria del piano, sarebbe necessario « tutelare le relazioni morfologiche, percettive e, ove possibile, funzionali fra manufatti rurali, distribuiti secondo la maglia rada impressa dal latifondo mezzadrile, e paesaggio agrario, contenendo i processi di deruralizzazione dell’edilizia storica e di dispersione insediativa delle volumetrie connesse agli agriturismi e, fermo restando le esigenze funzionali, perseguendo modalità di corretto inserimento paesaggistico dei manufatti di servizio all’attività agricola». Il nuovo emendamento del patto fra Pd e Fi sparisce il concetto di “maglia rada” nella distribuzione dei manufatti. Il paesaggio agricolo si ridisegna senza alcun riferimento ai volumi degli agriturismi né si parla più di manufatti a servizio agricolo. Eppure proprio due giorni fa, il governatore Enrico Rossi si lamentava con il ministro dell’agricoltura che in Toscana si erano persi l00mila ettari destinati alle coltivazioni. E che il consumo di suolo era una delle emergenze alle quali fare fronte. La Toscana ci ha provato con la legge urbanistica 65 di novembre. Ma ora sembra tornare indietro con il piano del paesaggio.

Ilaria Bonuccelli

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