Il cerchio si stringe sulla Toscana “rossa”

venerdì
25 maggio 2018
Testata:
REPUBBLICA FIRENZE
Pagina:
III

Lo scenario. Gli effetti del governo gialloverde

Conte che insegna a Firenze, Bonafede suo kingmaker, la sindaca di Cascina in ascesa: sono le teste di ponte di una rete in consolidamento

MARIA CRISTINA CARRATÙ

Sarebbe stata dura comunque, perdere un governo amico è sempre scomodo per non dire pericoloso, ma in questo caso alla Toscana sta andando anche peggio: il governo “nemico” di Giuseppe Conte ha già piazzato le sue quinte colonne. Alle politiche del 4 marzo, con il dilagare giallo verde in due terzi della regione. Prima ancora, con la conquista grillina di Livorno e quella leghista di Cascina. Ma non basta. Alle amministrative del10 giugno la sinistra rischia di regalare ai nuovi venuti tre capoluoghi di provincia, (Massa, data per persa, Pisa e Siena, ad alto rischio) e rendere così tesissima l’attesa del voto anche Firenze, nel 2019. Il capoluogo dove il 4 marzo la sinistra ha retto, ma l’amministrazione (renziana) di Dario Nardella dovrà vedersela con un governo nel pieno dei poteri. E magari, chissà, un tantino vendicativo.

Insomma: l’eventuale ostilità dell’esecutivo Conte potrebbe incontrare un terreno ben più morbido di quello che la Toscana rossa ha opposto, in passato, ai governi di centro destra. E la “resistenza” di Palazzo Vecchio, perciò, trovare meno supporter del necessario. E a complicare le cose (perla sinistra) c’è anche il Dna fiorentino di una componente decisiva del governo Lega SStelle, a cominciare dal presidente del consiglio medesimo, docente dell’Università di Firenze, non ignaro, bisogna supporre, delle dinamiche di potere del capoluogo. Mentre molto addentro alla vita politica fiorentina è il kingmaker di Conte, Alfonso Bonafede, avvocato civilista con studio in via La Marmora, da anni in prima linea su temi decisivi per l’amministrazione, Tav, aeroporto, inceneritore. Quanto al fronte leghista, galvanizzato dall’exploit del 4 marzo (17%, dal 4% dl 2013), il partito di Salvini può contare, in Toscana, sull’attivismo di un astro nascente come Susanna Ceccardi, giovane sindaca di Cascina, consigliera del leader nazionale. Niente di paragonabile (per ora) al giglio magico renziano, ma una rete in via di consolidamento che, salvo errori in corso d’opera, può diventare, per i giallo verdi, la testa di ponte di future conquiste. La Toscana, del resto, e soprattutto il suo capoluogo, sono da sempre terreno di partite nazionali, cartine di tornasole di equilibri e riequilibri di forze. Conquistare, con Firenze, l’ultimo bastione della sinistra, oltretutto di marca renziana, sarebbe, per i nuovi governanti, una formidabile vittoria simbolica, oltre che politica.

Così, forse per non far trapelare troppo l’incipiente inquietudine, e nonostante i toni bellicosi di Renzi nella Enews di ieri («Adesso loro diventano il potere, loro diventano l’establishment, loro diventano la casta. Non hanno più alibi, non hanno più scuse, non hanno più nessuno cui dare la colpa»), in Toscana, al momento, si opta per il fair play: «In bocca al lupo al presidente incaricato Conte» twitta il sindaco Nardella, promettendo di combattere da nemico leale: «Trasparenti e chiari nella battaglia politica, e aperti al confronto nell’interesse di Firenze». Niente scontri a priori, insomma. «Un conto sono gli accordi dei partiti politici, un altro il programma con cui il presidente incaricato si presenta al Parlamento. Aspetto di vedere il programma di governo». In segno distensivo, Nardella ha invitato
Conte a partecipare, domani, alla commemorazione per i 25 anni dalla strage dei Georgofili, ricordo «di una ferita profonda il cui unico antidoto è l’unità di tutte le istituzioni della città. Sarebbe un bel gesto», ha concluso. Ironico il governatore Enrico Rossi: «Gli italiani avrebbero bisogno di un governo che funziona: gli avvocati poi presentano sempre il conto, e magari salato», ha detto, «non vorrei accadesse la stessa cosa». E quanto alla Toscana guidata dalla sinistra: «Noi«, ha avvertito, «ci comporteremo come abbiamo sempre fatto, con lealtà ma anche con rigore, difendendo gli interessi della nostra regione e il nostro modo di vedere le cose».

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