«Il Daspo urbano esteso a tutta la città»

venerdì
25 maggio 2018
Testata:
TIRRENO PISA
Pagina:
VII

Michele Conti, candidato sindaco per il centrodestra

di Francesco Loi

PISA

Dentro le varie componenti del centrodestra la frase ricorrente è: «Mai come questa volta l’obiettivo è alla portata». Soffia il vento nazionale a trazione leghista e la conquista di Palazzo Gambacorti è considerata una sfida possibile. A guidare la coalizione di centrodestra è Michele Conti, già consigliere comunale (allora di An) e direttore del Consorzio agrario.

Conti, un aggettivo per definire la Pisa di oggi…«Degradata ed insicura. Lamotivazione di quello che dico è evidente, basta girare per la città».

Un aggettivo per definire la Pisa del futuro (e come la vorrebbe)…«Riorganizzata. Ovvero ordinata, pulita, decorosa com’era 25 o 30 anni fa. Mi sembra che Pisa abbia bisogno di tanta manutenzione ordinaria. Vediamo anzitutto di tenere bene quello che già abbiamo. Non si può pensare e parlare solo di interventi molto costosi».

Le tre parole chiave del suo programma? «Sicurezza, vivibilità, decoro (arredo urbano). Tutti settori peraltro che si toccano e si intreccian o tra loro».

La prima cosa che farebbe da sindaco? «Aspetterei giusto il martedì seguente la vittoria, e non di più, per chiedere un incontro a prefetto e questore».

E cosa chiederebbe al prefetto e al questore? «Anzitutto annuncerei l’intenzione di estendere il Daspo urbano anche oltre le zone dove già è previsto. Insieme a prefetto e questore valuterei le soluzioni migliori per rendere Pisa più sicura. Non sarà semplice, ma sulla base dell’impegno che metteremo su questo fronte sono sicuro che gli elettori del centro destra, e anche i delusi del Pd, ci voteranno».

Un tema “storico”: come riuscire a legare città e mondo dell’università?
«Occorre rimettere in moto un meccanismo di dialogo tra l’amministrazione comunale e il mondo dell’università. In questi anni è mancata una cabina di regia. L vero che le singole università spesso ragionano e si muovono come “cittadelle” a se stanti: però, senza toccare le loro autonomie, dovremmo cercare una visione di insieme rispetto a quanto è necessario per la crescita della città. Gli studenti universitari sono sempre stati una risorsa per i pisani. La situazione si è appesantita nel tempo, anche per la mancanza di spazi di aggregazione e di corretta fruizione dovuta a scelte urbanistiche sbagliate: mi riferisco in particolar modo all’assenza di campus. Credo sia possibile ripristinare un equilibrio tra le opposte esigenze attraverso iniziative di decentramento dei luoghi. L’area dei Navicelli, ad esempio, potrebbe prestarsi per diventare una sorta di Navigli di Pisa. Non è una zona lontana dalla città, è poco abitata e si potrebbe raggiungere con un servizio di navette. Potrebbe essere un tentativo da fare, senza con questo svuotare il centro, ma alleggerendo la pressione dei fenomeni della malamovida. E potrebbe essere opportuno un concorso di idee, coinvolgendo esperti di realtà quali Berlino e Londra».

Quale rapporto e quali impegni per le periferie?
«I quartieri sono stati tutti abbandonati a loro stessi. Il voto del 4 marzo lo ha detto chiaramente, un sintomo di disagio e di sfiducia. Questa amministrazione non è riuscita a dare risposte. Alla fine le persone, ormai in assenza di ideologie cui fare riferimento, si sono rivolte altrove. A chi, come Matteo Salvini, sa parlare alla pancia. Nei giorni scorsi sono andato al Cep e sono rimasto male di quello che ho visto soprattutto negli alloggi popolari, dove le
manutenzioni sono lasciate al caso. Ma lo stesso si può dire per il decoro urbano. Sono quelle attenzioni di base che se mancano fanno la differenza».

Aeroporto e People Mover: quali strategie adottare? «L’equivoco sul People Mover nasce dal fatto che quando è stato pensato il progetto la società era a guida pubblica. Poi la compagine sociale è cambiata, ma si continua a dire che il People Mover l’ha voluto l’aeroporto. Sì, ma la parte pubblica, mentre ora il progetto cozza con la maggioranza diventata privata. L’utilizzo delle strutture del parcheggio, per chi vi arriva con i bus, è oggettivamente difficile. Già sarebbe meglio sostituire gli ascensori con scale mobili, gli spostamenti sarebbero più agevoli da parte di persone con i bagagli. Occorre procedere ad una ridefinizione degli aspetti tecnici per favorire gli utenti e questo passa necessariamente da un’intesa con il concessionario Pisamover Spa. Andare avanti a colpi di ordinanza non mi sembra la soluzione migliore. Peraltro l’opera ormai c’è e dobbiamo pensare a come farla funzionare al meglio. Questi parcheggi devono diventare davvero uno degli scambiatori della città, proponendo semmai tariffe ancora più agevolate. Può diventare la porta di accesso dei bus turistici collegati a quei tour operator che propongono soggiorni più lunghi. Si possono fare accordi con i parcheggi privati nel quartiere di San Giusto, puntando ad una loro regolamentazione attraverso la consegna di una serie di posti dentro lo scambiatore lato via di Goletta. L’ordinanza comunale fatta così non va bene, con la società privata che gestisce l’aeroporto occorre dialogare».

Un’idea per il litorale? «Anzitutto penso all’istituzione di un consorzio misto pubblico-privato per gestire quella parte di territorio comunale. Occorre mettere insieme il Comune e gli imprenditori per impostare le iniziative. Le mancanze sul litorale sono note, dalle infrastrutture alla fognatura bianca, all’arredo urbano. Ma si torna sempre al discorso delle manutenzioni ordinarie. Prendiamo le fioriere sul lungomare di Marina: le piante sono secche, danno un’immagine contraria al decoro. Mettiamo 50 panchine e 300 cestini in più. Partiamo dagli standard minimi dell’arredo urbano».

Come pensa di caratterizzare la sua giunta per renderla efficace? La Lega, alla quale lei è iscritto, chiede le deleghe alla sicurezza e al bilancio per suoi esponenti: cosa ne pensa?
«Siamo un pool di partiti. Ma sin dall’inizio, anche parlando con i vertici nazionali (Salvini, Meloni, Romani), ho chiesto forte autonomia per essere nelle condizioni di cambiare la città. In giunta ci sarà bisogno di persone competenti e qualificate. Non solo politici, ma tecnici di alto livello. Se ci sarà un assessorato alla sicurezza e chi lo gestirà è tutto da valutare».

In caso di ballottaggio, considera scontato l’appoggio alla sua candidatura da parte del Movimento 5 Stelle e della lista civica di Raffaele Latrofa?
«Latrofa si è posto fuori dal centrodestra, vediamo come evolve la vicenda: credo sia recuperabile. Sinceramente la questione romana, le intese per il governo, credo che in parte potranno aiutare una convergenza. Ma le dinamiche che scatteranno in caso di ballottaggio sono più difficili da indirizzare rispetto al passato. L’elettore è molto più libero nelle sue scelte».

Michele Conti è il candidato sindaco del centrodestra. Il nome di Conti (iscritto alla Lega) è stato proposto in primis proprio dalla leghista Ceccardi, oltre che dagli esponenti di Fratelli d’Italia, Diego Petrucci e Filippo Bedini. Una decisione presa da tempo, ma la sua ufficializzazione è arrivata più tardi per le tensioni che si sono instaurate nel dialogo tra la Lega e Fratelli d’Italia con Forza Italia. Così attorno alla candidatura di Conti si è costruito un braccio di ferro a livello di vertici locali dei partiti risolto alla fine da un’intesa dei rappresentanti regionali, sulla spinta anche degli accordi nazionali per le elezioni politiche. Conti è sostenuto da tre liste che sono quelle della Lega, di Forza Italiae dalla lista della compagine, riconfermata, Noi Adesso Pisa-Fratelli d’Italia.

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