Il monito di REMARC contro l’uso strategico delle cause legali per risolvere i conflitti territoriali

When human rights defenders are afraid to question reports about wrongdoing and deficits they observe, it affects the entire society. Strategic lawsuits against public participation (SLAPPs) have exactly that effect: they can impose sometimes significant fines and criminal sanctions, and thus intimidate human rights defenders and stop them from shedding light on critical issues. It is our shared responsibility to prevent SLAPPs from undermining everyone’s right to know.

UN High Commissioner for Human Rights, Michelle Bachelet

Alcuni di noi nel centro REMARC studiano da anni i rapporti tra l’impresa e i diritti umani. In questo campo, ha assunto un crescente rilievo il tema dei difensori dei diritti umani (human rights defenders): semplici cittadini, donne o uomini, che espongono la propria persona per difendere i diritti della loro comunità o di altri. Lavorano pacificamente per i diritti e contribuiscono a costruire società civili e giuste basate sullo stato di diritto. Dopo 13 anni di negoziati, le Nazioni Unite nel 1998 hanno adottato la Dichiarazione sui Difensori dei Diritti Umani. Questo strumento richiede che gli Stati non solo riconoscano il valore e l’importante contributo dei difensori dei diritti umani per la pace e lo sviluppo sostenibile, ma anche che rafforzino il loro lavoro attraverso la creazione di un ambiente favorevole e che li proteggano da ogni azione arbitraria come conseguenza del legittimo esercizio dei diritti sanciti nella Dichiarazione stessa.

Nonostante la posizione di principio e l’impegno di molte ONG (es. Global Witness), i difensori dei diritti continuano ad essere soggetti a minacce e tentativi di stigmatizzazione. I difensori vengono generalmente additati di terrorismo, estremismo, e di essere violenti anche quando lavorano pacificamente per proteggere i diritti della loro comunità dagli abusi perpetrati dalle imprese o dai governi. Per una lista dei numerosi casi si veda per es questo articolo sul Business and Human Rights Journal (2021) blog. Tra gennaio 2015 e maggio 2021, il Business & Human Rights Resource Centre ha registrato più di 3.100 attacchi in tutto il mondo contro leader di comunità, agricoltori, lavoratori, sindacati, giornalisti, gruppi della società civile e altri difensori che hanno lanciato l’allarme su pratiche commerciali irresponsabili. Più del 40% di questi attacchi consistono in tattiche di molestie giudiziarie; le cause strategiche contro la partecipazione pubblica (Strategic Lawsuits Against Public Participation, SLAPP) ne sono una fattispecie. L’analisi globale delle cause legali che hanno le caratteristiche di SLAPP promosse da imprese rivela che questa strategia è usata in molte regioni del mondo per intimidire le persone e indurle così al silenzio.

REMARC osserva con preoccupazione la crescita del fenomeno dell’uso strategico delle cause legali. Mentre quando accadono nei paesi più poveri questo tipo di intimidazioni sono purtroppo la triste conseguenza di corruzione politica e rapporti di forza drammaticamente sbilanciati tra chi detiene il potere economico e la popolazione civile, ci è difficile pensare che siano usate anche nelle economie più avanzate come l’Italia, dove ci si attende che le imprese adottino strumenti di gestione dei portatori di interesse (il cosiddetto stakeholder management) più evoluti rispetto al ricorso alla minaccia legale. Sulla base della nostra ricerca, suggeriamo che i conflitti si risolvano in maniera collettiva e collaborativa, attraverso un rapporto dialettico, anche duro, ma che non si estrinsechi attraverso le cause strategiche o altre forme di intimidazione. Questo presupposto è alla base di quello che consideriamo il contratto sociale tra impresa e cittadinanza.

Leggiamo pertanto con sgomento le recenti vicende giudiziarie riguardanti il nostro territorio regionale, con riferimento ad uno dei consiglieri comunali della città di Pisa (Francesco Auletta), poiché le denunce che ha ricevuto a seguito dell’esercizio del diritto di critica appaiono prossime alla fattispecie della SLAPP osservata in altre parti del mondo. Preoccupa in particolar modo che questo episodio possa rappresentare un precedente anche per altre realtà e ci auspichiamo che le imprese, la cittadinanza ma anche e soprattutto le istituzioni locali si adoperino affinché questo tipo di pratica non diventi la norma. E’ altresì importante che si rafforzi la coscienza collettiva circa l’indesiderabilità del ricorso alle cause strategiche contro la partecipazione pubblica da parte delle imprese o altre organizzazioni, poiché queste altro non possono fare che aumentare la conflittualità territoriale. Siamo in un momento storico in cui le comunità locali devono essere coese per affrontare molte sfide difficili, dalla transizione ecologica alla pace. Per farlo, è fondamentale rafforzare il contratto sociale tra impresa, istituzioni, cittadino, non contribuire alla sua dissoluzione.

Leggi l’articolo sul sito REMARC di UniPi cliccando qui.

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