Il Parco di San Rossore: dove sono le istituzioni? Auletta: ampliare i confini

La polemica sui confini del Parco continua ad infuriare sulle pagine dei giornali, tra chi da una parte è spaventato da un cambio di regime regolamentare che potrebbe mettere in difficoltà le attività economiche (agricole), e vede nel mantenimento della possibilità di cacciare un elemento essenziale, e chi invece vorrebbe che l’influenza del Parco si allargasse sempre di più verso l’intera Pianura Pisana con una forte connessione con il monte.

Nulla di strano, anzi, come abbiamo già detto il dibattito tra diverse visioni della gestione del territorio rappresenta una ricchezza per la comunità. Quello che continua a mancare è il ruolo delle istituzioni nel governare questi processi.
Dopo mesi ancora non è stato aperto un vero dibattito pubblico, si continua con la logica degli incontri bilaterali, a seguito dei quali il Presidente Bani non perde occasione per annunciare rocamboleschi cambi di posizione, e siamo sostanzialmente fermi al punto di partenza: una bozza di piano non discussa, di cui non sono chiari i presupposti strategici (cosa si vuole fare e perchè) e un continuo rimpallo nelle responsabilità.

L’Ente Parco sembra essere sotto scacco dei comitati, che come normale fanno sentire la loro voce, e non ha una forza propositiva all’altezza della situazione, ma anzi sembra aspettare che sia la Regione a levargli le castagne dal fuoco. Ma chi latita davvero sono la Regione governata dal centrosinistra, che non ha ancora detto una parola sugli obiettivi strategici che vuole perseguire, e la Comunità del Parco, l’organo statutario che dovrebbe tenere insieme le amministrazioni coinvolte dentro i confini del Parco: ogni Comune al massimo preferisce intervenire singolarmente, ancora una volta dimostrando una scarsissima capacità di governo del territorio da parte di chi ci amministra.

Noi, lo diciamo chiaramente, siamo convinti che l’unico modo di garantire alla comunità e al suo territorio un futuro sia quello di rafforzare la tutela del territorio, la sostenibilità ambientale, la sua resilienza, e che per fare questo il ruolo del Parco di Migliarino San Rossore Massaciuccoli vada rafforzato e i suoi confini ampliati più possibile. Ma siamo altresì consapevoli che per raggiungere questo risultato non si può venir meno al confronto e all’ascolto, per decidere collettivamente come raggiungere questi obiettivi.
Ad esempio sfatando il mito dell’attività venatoria come limite agli ungulati (nei territorio dove la caccia è sempre stata consentita gli ungulati non sono affatto diminuiti, anzi), oppure garantendo adeguate risorse alle attività di controllo e gestione faunistica del Parco, che potrebbero riportare davvero in equilibrio l’ecosistema con beneficio non solo naturalistico ma anche per le attività economiche e produttive.

Riteniamo fondamentale che si dica chiaramente alle comunità coinvolte maggiormente dai cambiamenti, cosa si intende fare, quali misure si intendono attuare nei prossimi anni e con quali risorse.
Il tema infatti è che purtroppo negli anni si è persa la fiducia nelle istituzioni, spesso palesemente incapaci di governare i processi e di attuare quanto promesso. Perchè non si affrontano specificatamente i problemi sollevati e si propongono soluzioni compatibili con la tutela ambientale? Solo così crediamo sia possibile costruire un rapporto di fiducia con chi sul territorio vive e costruisce il proprio lavoro e la propria vita: i generici appelli all’ascolto di tutti arrivano fuori tempo massimo e lasciano il tempo che trovano.

Noi abbiamo le idee chiare: obiettivi di maggior tutela ambientale in tutta la pianura pisana, affiancati da strumenti concreti per garantire e anzi migliorare le produzioni agricole e un modello diverso di turismo, stanziando le risorse necessarie.

Ciccio Auletta- candidato a sindaco Una città in comune – Unione Popolare

Condividi questo articolo

Lascia un commento