Il Partito Comunista schiera il candidato numero dieci

sabato
12 maggio 2018
Testata:
TIRRENO PISA
Pagina:
IV

VERSO LE ELEZIONI

L’aspirante sindaco è Paolo Casole, 58 anni, operaio della Piaggio: «L’obiettivo è ribaltare le politiche portate avanti da centrosinistra e centrodestra»

PISA

«Non serve un cambiamento, ma una rivoluzione». Sulla scheda elettorale delle prossime amministrative ci sarà anche il simbolo con la falce e martello del Partito Comunista. La formazione politica guidata a livello nazionale da Marco Rizzo sosterrà la candidatura a sindaco di Paolo Casole, decimo aspirante in ordine di presentazione alla guida di Palazzo Gambacorti. Classe 1960, pisano, per Casole (operaio della Piaggio dal 1995) le amministrative rappresentano l’occasione per «radicare ancora di più il partito sul territorio, proseguendo l’esperienza delle scorse politiche».

«Essere presenti alle elezioni con il nostro simbolo è un motivo d’orgoglio – prosegue il candidato sindaco -, ma anche l’opportunità per provare a ribaltare le politiche portate avanti negli ultimi anni dal centrosinistra e dal centrodestra che hanno prodotto una crisi non solo economica, ma soprattutto sociale. E per farlo non occorre un cambiamento, ma una rivoluzione, anche per rovesciare le politiche cittadine imposte dai governi centrali e dall’Unione Europea, a partire dal patto di stabilità e dal pareggio di bilancio che hanno impedito ai Comuni di investire». Una lista, quella del Partito Comunista, formata da studenti, operai, precari e disoccupati «a dimostrazione – specifica Casole – delle componenti più fragili della società che rappresentiamo».

Al primo punto del programma, la rottura del patto di stabilità. «Una scelta necessaria per investire in servizi pubblici, sociali e nelle periferie – prosegue Casole -. Il nostro programma è basato soprattutto sulle politiche sociali e su quelle a favore delle classi lavoratrici, a cui ci rivolgiamo affinché riescano ad avere rappresentanza, ma soprattutto affinché si rendano protagoniste della vita politica e decisionale della città». Una corsa solitaria quella del Partito Comunista che non ha avuto contatti, né ha cercato punti di incontro con altre formazioni politiche. «Non perché siamo settari, ma perché riteniamo necessario unire le forze sociali e non quelle politiche – conclude Casole -. In caso di un eventuale ballottaggio tra centrosinistra e centrodestra non daremo indicazioni di voto ai nostri militanti e ai nostri elettori, perché i contenuti e le proposte di entrambi gli schieramenti sono simili e in continuità con le politiche degli ultimi anni».

Danilo Renzullo

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