Il patrimonio pubblico è un bene comune: dalla Leopolda all’SMS, passando per i Vecchi Macelli e altri immobili, la destra fa il deserto

La lettera di sgombero da parte della Giunta Conti al cartello delle associazioni della Casa Leopolda è la logica conseguenza delle scelte che la destra sta operando in questi mesi sulla gestione del patrimonio comunale, scelte contro cui ci stiamo opponendo con tutte le nostre forze. Avevamo ripetutamente denunciato che questi sarebbero stati gli esiti in occasione della approvazione della delibera riguardante il trasferimento di immobili comunali importantissimi quali la Leopolda, gli Arsenali Repubblicani, i Vecchi Macelli, alla Patrimonio Pisa srl.

L’approvazione di quella delibera, la cui legittimità abbiamo contestato, è stata un colpo di mano senza precedenti dal punto di vista dell’indirizzo politico sul patrimonio immobiliare del Comune di Pisa, condotto non a caso in tempi strettissimi e senza alcun confronto con il tessuto associativo della città a partire dalle stesse realtà che svolgono attività alla Leopolda.

Noi siamo stati e siamo assolutamente contrari al trasferimento di questo patrimonio fondamentale per la vita culturale ed associativa della città ad una società che, come scritto chiaramente nello statuto, opera secondo criteri di mercato, criteri che nulla hanno a che vedere con le finalità prioritarie e gli obiettivi di questi spazi. La lettera di sfratto dimostra quanto sia gravido di nefaste conseguenze aver aperto a questa ipotesi.

Occorre quindi una grande mobilitazione generale della città sulla questione dell’uso di tutti gli spazi sociali e culturali, compreso anche il futuro delle Ex-Stallette, un complesso ristrutturato con fondi pubblici (come la Leopolda) di grandissimo valore storico, artistico e culturale, che il Comune pensa addirittura di vendere. Si tratta in tutti questi casi di patrimonio pubblico, di beni che devono essere messi nella piena disponibilità della cittadinanza, attraverso percorsi di partecipazione ed autogestione, tanto più che nella nostra città, proprio a causa delle politiche prima del centrosinistra o ora della destra sono stati ridotti quasi a zero gli spazi pubblici per la cultura e l’aggregazione.

Nel caso specifico della Leopolda, infine, abbiamo sempre contestato il meccanismo per cui il Comune ha definito un canone di mercato assolutamente insostenibile per le associazioni, salvo calmierarlo con un contributo per le attività che in realtà serviva a pagar l’affitto. Da sempre noi proponiamo un cambiamento del Regolamento comunale sul patrimonio prevedendo abbattimenti dei canoni fino al 99% perché questi spazi non possono rispondere in alcun modo a logiche di mercato e non possono essere affidati a una gestione condominiale sotto la direzione di una società immobiliare come intende fare la destra. Occorre, invece, garantire l’indipendenza e l’autonomia delle associazioni e dei loro percorsi e progetti nell’uso degli spazi, valorizzando le reti e le interazioni.

Tra riqualificazioni di facciata, svendite e privatizzazioni di beni comunali, fallimenti eclatanti come quello del Centro espositivo SMS, si sta realizzando un deserto in città a cui dobbiamo opporci. Porteremo subito la questione in tutte le commissioni competenti e in consiglio comunale per bloccare questa operazione.

Ciccio Auletta – Diritti in comune: Una città in comune – Unione Popolare

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