Il trasporto pubblico locale è un servizio da difendere. Urgente la discussione in consiglio comunale

Esprimiamo tutta la nostra preoccupazione per la mancata intesa tra organizzazioni sindacali e CTT Nord per l’applicazione del nuovo contratto integrativo. In questi mesi di trattativa avevamo più volte ribadito che era necessario un cambiamento di rotta da parte dell’azienda, chiedendo una maggiore presenza da parte dei soci pubblici.

Ma purtroppo ciò non è avvenuto e i I vertici della CTT Nord hanno continuato a scaricare le responsabilità di una situazione del  trasporto pubblico locale al collasso – a causa in primo luogo dei  tagli nazionali a questo servizio –  sui lavoratori, ritenendo che la competitività si ottenga solo riducendo il costo del lavoro. A partire  da questo presupposto era purtroppo prevedibile che l’intesa non sarebbe stata trovata.

Il quadro che abbiamo di fronte è molto grave. Infatti ad oggi la  situazione finanziaria di CTT Nord parla di un buco tra i 5 e i 6 milioni di euro, frutto di scelte politiche sbagliate. Ad oggi questa società si presenterebbe alla gara unica regionale, la cui pubblicazione viene ancora rinviata, senza avere delle reali possibilità per aggiudicarsela. Non ci sono certezze né che la CTT riesca a partecipare né che nel caso in cui vincesse sia in grado di rispettare gli oneri previsti da una gara regionale che non ha una adeguata copertura finanziaria e che implica un ingiustificato aumento delle tariffe.

Ad essere colpiti oggi ma soprattutto domani, da questi processi di privatizzazione sono gli utenti del servizio e i lavoratori. Il trasporto pubblico locale è un diritto e in quanto tale è responsabilità dei soggetti pubblici assumersene la garanzia. La logica delle privatizzazioni lede questo diritto scaricando sui cittadini e sui lavoratori i costi della remunerazione dei capitali privati, costi ulteriormente aggravati dalle esigenze di competitività imposte dal regime di libero mercato.

Di fatto, invece, la CTT si comporta come una qualsiasi azienda  privata con l’amministratore delegato che ha comportamenti arroganti e antisindacali, senza che i soggetti pubblici facciano sentire la propria voce.

Visto che alla scadenza prevista del 31 gennaio ancora una intesa non si è trovata riteniamo che gli enti locali, a partire dal Comune di  Pisa, debbano avere, a differenza di quanto fatto fino ad oggi,  un  ruolo di indirizzo ben più forte rispetto a vertici aziendali le cui strategie sono molto discutibili. Rilanciamo quindi la necessità di un consiglio comunale da svolgersi nelle prossime settimane in cui si affronti l’emergenza del trasporto pubblico locale.

Una città in comune
Rifondazione Comunista

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