Impianti sportivi: nuovo regolamento sbagliato, non garantisce pluralità e partecipazione

Il nuovo Regolamento per la gestione degli impianti sporti presentato dall’assessore Latrofa e approvato dalla maggioranza è profondamente sbagliato e non garantisce pluralità e partecipazione.

Facciamo un esempio per rendere ancora più esplicita questa critica. Nel regolamento si prevede, che uno stesso soggetto può essere affidatario al massimo di tre impianti di proprietà comunale. Si tratta di un numero troppo elevato che serve solo a rafforzare realtà già forti, che rischia di creare posizioni quasi monopolistiche, e non dando così spazio a tante associazioni e società sportive, soprattutto piccole e radicate nei quartieri, che esistono nella nostra città che, magari, vorrebbero crescere ma sono senza spazi. A dimostrazione di ciò basta fare qualche semplice calcolo. Gli impianti sportivi di proprietà comunale sono solo 23, e fra questi occorre considerare che uno è il Palazzetto dello Sport e gli altri sono diversificati per le varie discipline sportive. Un dividendo (gli impianti) dunque piccolo a fronte di un divisore (le associazioni) fortunatamente vasto e plurale. Prendiamo ad esempio il calcio: i campi sono 11: con questo nuovo regolamento, potenzialmente, 4 società potrebbero gestire tutto il settore.

Troviamo che sia una scelta inaccettabile e che al posto di aprire alle tante realtà del territorio chiude, garantendo chi è già forte.

A questo si aggiunge che nel regolamento è stata inserita in maniera assolutamente anomala la Consulta dello sport. Tutti gli altri comuni prevedono, infatti, un regolamento ad hoc per questo strumento di partecipazione che a Pisa viene relegato ad un solo articolo dentro un altro regolamento. MA ciò che è ancora più grave è che alla consulta non viene data nessuna funzione da svolgere, prevedendo che si riunisca 2 volte l’anno e paradosso dei paradossi che il Presidente della Consulta sia il Sindaco. E’ inaccettabile che a presiedere un organismo che il comune istituisce per costruire partecipazione ed ascolto sia non una figura scelta tra le associazioni e società sportive ma colui che dovrebbe invece recepire le istanze e le proposte che vengono dalla Consulta stessa. In altre parole si mette in piedi un organismo di facciata senza funzioni e supporti per poter funzionare.

Anche in questo caso per la giunta Conti la partecipazione è un optional.

Diritti in comune: Una città in comune – Rifondazione Comunista – Pisa Possibile

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