In margine alla visita della Domus Mazziniana del 24 novembre 2018

Senza educazione voi non potete scegliere giustamente fra il bene e il male.
In margine alla visita della Domus Mazziniana del 24 novembre 2018

Il Risorgimento evoca la retorica dell’amor di Patria: per come ci è stato raccontato a scuola, abbiamo per lo più una visione cristallizzata di quel periodo e non ci interroghiamo abbastanza sulla vivacità di idee e il fermento politico che caratterizzarono quegli anni. Per questa ragione, la visita alla Domus Mazziniana rappresenta un’occasione unica per scoprire altre facce del pensiero risorgimentale.

La Domus Mazziniana, già Casa Rosselli-Nathan, è un museo e Istituto storico dedicato alla figura di Giuseppe Mazzini, che abitò in questa casa, sotto falso nome, dal 6 febbraio 1872 sino alla morte, avvenuta il 10 marzo dello stesso anno. L’attuale allestimento offre un percorso multimediale già di per sé interessante, ma il vero valore aggiunto è costituto dalla visita guidata che il suo Direttore, Pietro Finelli, ci ha offerto sabato 24 novembre scorso. Con passione e chiarezza Finelli ci ha rivelato un Mazzini inedito e ci ha deliziati commentando eventi storici, intrecciando collegamenti con altri personaggi dell’epoca (Ugo Foscolo, Charles Dickens, Karl Marx, solo per citarne alcuni) e raccontandoci una serie di aneddoti.

Tra gli aspetti più interessanti e attuali che ci preme sottolineare vi è senza dubbio l’impegno “sociale” di Mazzini, che si spese attivamente per incoraggiare l’alfabetizzazione, aprendo a Londra scuole per i bambini degli slums operai (una curiosità: Dickens si ispirò proprio a questa iniziativa scrivendo la seconda parte del suo Circolo Pickwick). Mazzini attribuiva un’enorme importanza all’educazione, tanto che nella sua opera Dei doveri dell’uomo (1860) arringa: «La vostra libertà, i vostri diritti, la vostra emancipazione da condizioni sociali ingiuste, la missione che ciascun di voi deve compiere qui sulla terra, dipendono dal grado di educazione che vi è dato raggiungere. Senza educazione voi non potete scegliere giustamente fra il bene e il male; non potete acquistar coscienza dei vostri diritti; non potete ottenere quella partecipazione nella vita politica senza la quale non riuscirete ad emanciparvi; non potete definire a voi stessi la vostra missione».

Il pensiero di Mazzini si concentra sul tema delle disuguaglianze ed in questo egli fu sicuramente un precursore delle politiche sociali riformiste. Alcune sue osservazioni sono di sconcertante attualità, perciò vale la pena riportare un altro brano tratto sempre da Dei doveri dell’uomo:

Tutte le scuole rivoluzionarie predicarono all’uomo, ch’egli è nato per la felicità, che ha diritto di ricercarla con tutti i suoi mezzi, che nessuno ha diritto d’impedirlo in questa ricerca, e ch’egli ha quello di rovesciare gli ostacoli incontrati sul suo cammino. E gli ostacoli furono rovesciati: la libertà fu conquistata; durò per anni in molti paesi; in alcuni ancor dura. La condizione del popolo ha migliorato? I milioni che vivono alla giornata sul lavoro delle loro braccia, hanno forse acquistato una minima parte del benessere sperato, promesso?
No; la condizione del popolo non ha migliorato; ha peggiorato anzi e peggiora in quasi tutti i paesi, e specialmente qui dov’io scrivo, il prezzo delle cose necessarie alla vita è andato progressivamente aumentando, il salario dell’operaio in molti rami d’attività progressivamente diminuendo, e la popolazione moltiplicando. In quasi tutti i paesi, la sorte degli uomini di lavoro è diventata più incerta, più precaria; le crisi che condannano migliaia d’operai all’inerzia per un certo tempo si sono fatte più frequenti. L’accrescimento annuo delle emigrazioni di paese in paese, e d’Europa alle altre parti del mondo, e la cifra crescente sempre degli istituti di beneficenza, delle tasse pei poveri, dei provvedimenti per la mendicità, bastano a provarlo. Questi ultimi provano anche che l’attenzione pubblica va più sempre svegliandosi sui mali del popolo; ma a diminuire visibilmente la loro inefficacia a quei mali, dimostra un aumento egualmente progressivo di miseria nelle classi alle quali tentano provvedere.
E nondimeno, in questi ultimi cinquanta anni, le sorgenti della ricchezza sociale e la massa dei beni materiali sono andate crescendo. La produzione ha raddoppiato. Il commercio, attraverso crisi continue, inevitabili nell’assenza assoluta d’organizzazione, ha conquistato più forza d’attività e una sfera più estesa alle sue operazioni. Le comunicazioni hanno acquistato pressoché dappertutto sicurezza e rapidità, e diminuito quindi, col prezzo del trasporto, il prezzo delle derrate. E d’altra parte, l’idea dei diritti inerenti alla natura umana è oggi mai generalmente accettata: accettata a parole e ipocritamente anche da chi cerca, nel fatto, eluderla. Perché dunque la condizione del popolo non ha migliorato? Perché il consumo dei prodotti, invece di ripartirsi equamente fra tutti i membri delle società europee, si è concentrato nelle mani di pochi uomini appartenenti a una nuova aristocrazia? Perché il nuovo impulso comunicato all’industria e al commercio ha creato, non il benessere dei più, ma il lusso d’alcuni?

Non solo l’educazione e la cultura erano ritenute fondanti da Mazzini per poter decidere da che parte stare e per aver coscienza dei propri diritti, ma con il trionfo della legge morale dell’umanità sarebbe sparita persino la patria, a quel tempo per lui sacra. Proprio il suo umanitarismo romantico, lontano anni luce dalla retorica patriottica, oggi appare ancor più rivoluzionario.
Ecco un motivo per visitare la Domus Mazziniana di Pisa e per farlo, se possibile, con la guida del suo bravo direttore, che ancora ringraziamo.

Gruppo Cultura di Diritti in Comune
(Una città in comune – Rifondazione Comunista – Pisa Possibile)


Ecco alcune foto della visita alla Domus Mazziniana








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