INSORGIAMO coi lavoratori e le lavoratrici della GKN: lavoro e diritti per tutti e tutte

La battaglia che si è aperta in queste prime settimane del mese di luglio, con i due fronti della Gianetti Ruote in Lombardia e della GKN in Toscana, così come i licenziamenti alla Whirpool di Napoli, segna la ristrutturazione delle imprese presenti sul territorio italiano, spesso in mano a multinazionali o fondi finanziari che chiudono o delocalizzano per aumentare la profittabilità dei loro settori di produzione.

Privatizzazione dei profitti e socializzazione delle perdite, oltre allo sfruttamento e alla riduzione alla disperazione delle persone private del proprio lavoro e reddito.
Tutto questo è diretta conseguenza del laissez faire concesso al mercato e alle imprese dai governi susseguitisi negli ultimi 20 anni, che hanno deciso di estromettere il pubblico dal capitale delle grandi imprese, terminando qualunque barlume di politica industriale italiana, con la responsabilità (o incapacità) dei sindacati confederali che non hanno fatto argine.

Il post-pandemia è evidentemente solo il grimaldello per una situazione di crisi industriale generalizzata che era già in atto.

“Lo stabilimento non è di un fondo estero ma dei lavoratori, della città e di tutta la comunità”. Così Dario Salvetti, RSU GKN nel corso dell’incontro di giovedì con le istituzioni e la multinazionale.
Sì, perché le lavoratrici e i lavoratori della GKN di Campi Bisenzio sono determinati a che la loro vertenza al Mise non segua l’andazzo di quelle viste negli ultimi anni, quasi sempre conclusesi con la chiusura della fabbrica e l’accompagnamento verso la disoccupazione con qualche anno di ammortizzatori sociali.
E con la parola d’ordine INSORGIAMO, chiamano non solo al sostegno ma alla lotta generalizzata per una vertenza, quella della difesa dei posti di lavoro, che, visti i presupposti dopo lo sblocco dei licenziamenti del 30 giugno, è nazionale e di tutti e tutte.

I licenziamenti devono essere ritirati e lo Stato si faccia carico di garantire il lavoro, abrogazione delle leggi che consentono il lavoro precario, riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario e riduzione dell’età pensionabile: queste sono le misure da rivendicare per una uscita dalla crisi senza che siano lavoratrici e lavoratori a pagarne il prezzo salato.

Oggi più che mai è fondamentale per il futuro di chi vive del proprio lavoro, l’invito delle lavoratrici e dei lavoratori della GKN: INSORGIAMO contro lo sfruttamento e lo smantellamento dei diritti da parte dei padroni, delle multinazionali e della finanza.
Per questo motivo sosteniamo lo sciopero del 19 luglio e la manifestazione nazionale del 24 a Firenze.

Rinnoviamo la nostra solidarietà alle lavoratrici e lavoratori della GKN insieme alla piena disponibilità e la certezza di esserci anche quando i riflettori e la risonanza mediatica scemeranno.

Una città in comune

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