IL TIRRENO, pagina 7
A Viareggio il record delle liste (21) e degli aspiranti sindaco (13)
l primato spetta a Siena: 1 candidato al consiglio comunale ogni 90 elettori. Se tutti insieme uscissero di casa per dedicarsi alla campagna elettorale, ci sarebbe un comizio ogni 3 minuti, notte compresa. Ai massesi, toccherebbe quasi la stessa sorte, visto che aspirano a entrare in municipio 542 candidati, i ogni 104 elettori. Pisa e Viareggio (13 candidati, 21 liste, una scheda-lenzuolo) sono sulla stessa china. La Toscana dei Comuni arriva alle urne frantumata.
Il fenomeno riflette, a livello locale la crisi dei partiti tradizionali (da Seconda repubblica) incapaci di ricompattarsi attorno a un candidato unitario. Le indicazioni nazionali o regionali o non vengono ascoltate o sortiscono effetti contrari alla ricompattazione: irritano e, spesso, spaccano. E’ quanto è successo a Pisa e a Massa con il centrodestra disgregato in diverse liste, più o meno civiche. Ma anche a Siena, in cerca di nuova moralità dopo lo scandalo Mps, con il centrosinistra dilaniato da lotte fratricide che si presenta con 3 candidati sindaci.
Un fenomeno non solo toscano. Il fenomeno – spiega il professor Alberto Vannucci, docente di scienze politiche all’università di Pisa – si sta manifestando in tutta Italia, non solo in Toscana. «La moltiplicazione delle liste è un tentativo da parte dei partiti tradizionali di svincolarsi da marchi di fabbrica usurati. Quasi ogni sindaco si presenta con una propria lista di sostegno. Di queste liste c’è un utilizzo strumentale: si usano per dare una parvenza di aria fresca alla politica, anche quando il candidato sindaco sia espressione di una forza politica tradizionale. Questo è anche comprensibile, dato il clima di sospetto con cui gli elettori guardano ai partiti tradizionali».
Moltiplicazione dei candidati. Questo fenomeno – secondo Vannucci – è la conseguenza del fallimento della bipolarizzazione che si è accentuato dopo il 2008 e che ha dato vita a fenomeni di contestazione del sistema che hanno avuto risultati straordinari: «Il più eclatante è il MSS. Questo ha dato la stura a molti a tentare la carta del movimento o del partito indipendente».
I precedenti. In effetti, già nel 2012 a Carrara si sono scontrati 10 candidati e 21 liste, con una campagna elettorale difficile dalla quale è uscito vincitore Angelo Zubbani (centrosinistra). E Lucca ha perso il titolo di roccaforte del centrodestra in Toscana. Per la prima volta nel 2012 un sindaco di centrosinistra – Alessandro Tambellini – si è insediato aPalazzo Orsetti facendosi largo in una selva di il candidati e 24 liste. Mai prima di allora, Lucca aveva avuto una competizione così affollata. Mai, del resto, aveva sperimentato il crollo verticale del centrodestra.
La crisi di Viareggio. Complessa la situazione del capoluogo della Versilia che ripiombare nel difficile passaggio fra gli anni Ottanta e Novanta quando giunte e commissari prefettizi si avvicendavano, in media, ogni 18-24 mesi. Con la crisi economica e un anno di commissariamento, al voto si presentano 13 candidati sindaci con 21 liste. Il centrosinistra punta a tornare a governare la città, con un candidato sostenuto da 6 liste. Più affollata solo la coalizione dell’ex presidente della Regione, Marco Marcucci. Nel 2003, per il mandato della riconferma ne aveva 8: era appena iniziato lo strappo (mai ricucito) nella sinistra viareggina. Oggi il malcontento si esprime anche sotto altre forme: anche con 3 liste che rimandano a Torre del Lago, quante non se ne vedevano dai tempi delle battaglie per l’indipendenza della frazione.
II caso Pisa. Il sindaco uscente Marco Filippeschi non riesce a tenere unita la sinistra. E, un po’ come accade a livello nazionale, assiste al distaccamento dell’ala radicale. Così fra gli avversari avrà anche un candidato di Sel e uno di Rc. Poco male, visto come stanno andando gli affari a destra: l’esclusione della coordinatrice provinciale del Pdl Silvia Silvestri dalla lista dei candidati al consiglio, «decisa dal coordinatore regionale Massimo Parisi», provoca guerre: il candidato ufficiale del Pdl, il consigliere regionale Franco Mugnai, si contenderà i voti di coalizione con il consigliere comunale Diego Petrucci.
Massa l’insolita. A destra i candidati sindaci sono 4 su 7. E tutti puntano al seggio sicuro in consiglio. A sinistra, i due candidati, ex colleghi della giunta uscente, aspirano al ballottaggio: Alessandro Volpi vincitore delle primarie di coalizione (non in quota al Pd) e Gabriella Gabrielli, delfina del sindaco Roberto Pucci, sostenuta da un’alleanza centrista, con Udc e liste civiche. Un mondo “arancione” che infastidisce il Pd quanto i grillini che alle politiche a Massa erano il primo partito.
I grillini. L’unico elemento chiaro: ovunque si presentano da soli e con un pacchetto di voti importante, ottenuto alle politiche. Se lo manterranno e riusciranno a ottenere sindaci o conquistare ballottaggi è l’incognita (e la grande paura della sinistra) di queste amministrative.