Iscrizione anagrafica richiedenti asilo: il decreto Salvini è incostituzionale, il sindaco attui la sentenza

La Corte Costituzionale ha reso noto che il Decreto Salvini, nella parte in cui intendeva vietare l’iscrizione anagrafica dei richiedenti asilo, è incostituzionale. La norma è stata giudicata in contrasto con l’articolo 3 della Costituzione, in quanto produceva una discriminazione inaccettabile e immotivata nell’accesso ai servizi da parte di stranieri regolarmente presenti sul territorio. I giudici hanno anche affermato che la norma voluta dall’ex ministro degli interni è incoerente con gli obiettivi di maggiore sicurezza formalmente perseguiti dal decreto: se non si registra all’anagrafe la presenza di un richiedente asilo se ne fa infatti un fantasma giuridico, rischiando di spingerlo verso l’illegalità.

Il giudizio forte e chiaro della Corte Costituzionale arriva dopo due anni in cui molti tribunali italiani avevano già accolto i ricorsi dei richiedenti asilo privati della possibilità di iscriversi all’anagrafe e di godere dei diritti elementari connessi a questa iscrizione. Nonostante queste pronunce e nonostante la nostra formale diffida a rispettare la Costituzione, l’amministrazione comunale di Pisa, dalla Giunta alla Dirigenza dell’anagrafe, ha sempre proseguito sulla strada di una irragionevole applicazione della normativa, ora dichiarata incostituzionale. Eppure altre e più lungimiranti amministrazioni comunali, a partire da quelle di Palermo e di Napoli, avevano deciso di effettuare le iscrizioni anagrafiche anche solo provvisorie per permettere ai richiedenti asilo di accedere ai servizi socio-sanitari territoriali su un piede di parità.

Il Comune di Pisa ha continuato a negare l’iscrizione anagrafica anche dopo che il Tribunale di Pisa ha disposto, a seguito del ricorso di una richiedente asilo, la sua iscrizione anagrafica, esponendosi anche a un probabile danno erariale provocato dai costi di ulteriori ricorsi.

Adesso il sindaco non ha più alibi per non agire: dia immediate disposizioni agli uffici dell’anagrafe di non respingere più, come finora avvenuto, le richieste di iscrizione dei richiedenti asilo. Non è discriminando intere categorie di persone, in questo caso particolarmente vulnerabili, che si dà risposta al bisogno di sicurezza della cittadinanza: al contrario, solo l’accesso di tutte e tutti ai diritti può costituire la base per una società sicura e vivibile.

Diritti in Comune: Una città in comune – Rifondazione comunista – Pisa Possibile

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