La guerra, la questione sociale e Pisa: lo sguardo di Vittorio Taviani ci mancherà

“Mardocchio e mardocchiati san Giobbe aveva i bachi/ medicina medicina un po’ di cacca di gallina/ un po’ di cane un po’ di gatto domattina è tutto fatto/ singhiozzo singhiozzo albero mozzo vite tagliata/ vattene a casa pioggia pioggia/ corri corri fammi andare via i porri”. Di fronte agli infiniti echi dei bombardamenti che giungono dal Medio Oriente ci verrebbe da chiudere gli occhi e recitare questa filastrocca, come la bambina de La notte di San Lorenzo (1982) di fronte alla guerra e alle violenze del fascismo. Per questo e per molti altri film rimasti nel nostro immaginario, ci addolora profondamente la notizia che nella notte scorsa ci ha lasciati Vittorio Taviani, nato nel 1929 a San Miniato, ma formatosi a Pisa assieme al fratello Paolo.

I due furono costretti ad abbandonare San Miniato, dopo che la loro casa fu tra la prime ad essere bombardate nel 1944, e nella città della torre scoprirono il cinema: “Vivevamo di cinema e basta. Pisa e la sua solare architettura in quei giorni si confondeva con un’idea irriverente della città: le piazze, le strade erano legate per noi all’ubicazione delle sale cinematografiche. I Lungarni al Supercinema, piazza San Paolo all’Orto all’Odeon, corso Vittorio al cinema Italia, piazza Carrara al cinema-teatro Rossi” (Fratelli di cinema. Paolo e Vittorio Taviani in viaggio dietro la macchina da presa, Roma 2014). Il loro primo lavoro fu il documentario San Miniato, luglio ’44, narrato da Cesare Zavattini, mentre il primo film, Un uomo da bruciare (1962), diretto assieme al regista pisano Valentino Orfini, racconta la storia del sindacalista Salvatore Carnevale, ucciso dalla mafia. Da I sovversivi (1967) a San Michele aveva un gallo (1972), i Taviani si distinsero per la capacità di trattare temi d’impegno civile e politico, reinterpretando la tradizione del neorealismo italiano. Il successo internazionale arrivò con Padre Padrone (1977) e La notte di San Lorenzo (1982), ma altre grandi opere sono Kaos (1984), Good Morning, Babilonia (1987), La masseria delle allodole (2007) e Cesare deve morire (2012), Orso d’oro al Festival di Berlino, realizzato con i detenuti del carcere di Rebibbia. L’ultimo film, Una questione privata (2017), tratto dall’omonimo romanzo di Beppe Fenoglio, è uscito appena qualche mese fa.

La guerra, la questione sociale ed anche Pisa con “la sua solare architettura”: la Piazza del Duomo in Padre Padrone e San Paolo a Ripa d’Arno in Good Morning, Babilonia (1987). Ecco perché oggi perdiamo una voce davvero speciale. Il suo sguardo ci mancherà.

https://www.youtube.com/watch?v=c6i-JgipH34

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