La Lega vola, il M5S no, il Pd rischia

martedì
12 giugno 2018
Testata:
CORRIERE FIORENTINO
Pagina:
1-7

In Toscana i Democratici possono perdere tutti e tre i capoluoghi. Forza Italia ai minimi. A Campi Fossi al 41,2%

Ballottaggi a Siena, Massa e Pisa dove il Carroccio è il primo partito, per la sicurezza

Tutti al secondo turno i Comuni più grandi. Carroccio primo partito a Pisa, Forza Italia al 3%

Il barometro dei risultati delle amministrative di domenica è nel Pd soddisfatto per i ballottaggi a Siena, Pisa e Massa solo dodici mesi fa sarebbe stato impensabile e nel silenzio del Movimento Cinque Stelle. In attesa del secondo turno (il 24 giugno) il voto dei toscani mostra un Pd stabile, seppur al minimo storico, la Lega che vola (a Pisa è il primo partito, con il 24,7, davanti al Pd) e traina un centro destra dove Forza Italia si restringe. Ed i grillini si dimostrano ancora in difficoltà a livello locale, tanto che i ballottaggi sono tutti tra centro sinistra e centrodestra.

Si è votato in 20 Comuni, sei sopra i 15.ooo abitanti e per tutti e sei sarà il ballottaggio a decidere la vittoria, con il Pd che rischia grosso a Siena, Pisa e Massa, ex roccaforti. Nei Comuni sotto i 15.ooo abitanti spiccano per il centrosinistra l’88% di voti di Sandro Certi a Montecatini val di Cecina e l’86% a Marradi di Tommaso Triberti sindaco in carica, mentre Lega e alleati hanno vinto a Capolona e Caprese Michelangelo nell’aretino. Così i dem si appellano alla sinistra, ma anche ai «moderati di M5S e alla liste civiche» perché l’«alternitva è una destra a trazione leghista», mentre il partito del Carroccio rivendica la propria forza e gli elettori M5S dovranno decidere cosa fare.

«Il Pd in Toscana ha retto, abbiamo dato una risposta importante dopo le elezioni del 4 marzo ha detto il portavoce della reggenza del Pd toscano, Marco Recati Andiamo molto bene nei Comuni sotto i 15.ooo abitanti e ce la giochiamo nei ballottaggi nelle grandi città, dove affronteremo le partite a testa alta. La Toscana è fondamentale per il centrosinistra. I ballottaggi non saranno semplici, ma c’è un elettorato di centrosinistra che può dare una mano ai nostri candidati sindaci». L’orlandiano Valerio Fabiani punta sulla discontinuità: «Dopo la sconfitta storica del 4 marzo ripartiamo dalla collegialità e dal cambiamento, non dal giglio magico», ed anche Adalgisa Mazza, della componente di Emiliano, ha sottolineato l’importanza dei territori e degli amministratori locali.

Toni ben diversi dalla Lega. «Anche nella tornata amministrativa il nostro partito si conferma come vera ed indiscussa forza trainante della coalizione di centrodestra afferma Manuel Vescovi, segretario regionale della Lega e parlamentare Andiamo con la massima fiducia ai ballottaggi del 24 giugno. Dobbiamo fare un ulteriore sforzo, perché a Massa, Pisa, Siena, Campi Bisenzio, Pescia e Pietrasanta, possano trionfare i candidati sindaco della nostra coalizione, dando un ulteriore e chiaro segnale: la Toscana non è più un inespugnabile fortino del Pd».

«Abbiamo consegnato alla storia il capitolo Toscana regione rossa sottolinea per Forza Italia il segretario regionale, Stefano Mugnai Il centrodestra unito vince. Vedremo se la Lega vorrà trasformare l’alleanza di governo con il M5s in un progetto politico-elettorale: io vedo che il centrodestra, se riesce a rimanere unito, ha davanti a sé un paio d’anni di vittorie a mani basse». Ma Forza Italia oscilla fra il lo% di Pietrasanta e il 3% di Siena e Pisa: non sono dati allarmanti? «E un elemento che chiaramente non deve essere sottovalutato, avremmo preferito essere al 13% anziché al 3%. E anche una scelta politica. Negli ultimi anni stiamo vincendo perché abbiamo capito che il centrodestra prevale se non si chiude nel perimetro dei partiti detti, ma si apre a realtà civiche. È quello che sta avvenendo in queste elezioni amministrative». E per Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli dice «la rossa Toscana non c’è più. Fratelli d’Italia tiene ed è decisivo per mandare i candidati del centrodestra al ballottaggio. E tra due settimane siamo certi che prevarrà la volontà dei cittadini di mandare a casa un sistema di potere incancrenito da anni».

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