La maggioranza perde un altro pezzo, anche Landucci esce dalla maggioranza

TIRRENO PISA Pagina: 1-11

La maggioranza perde un altro pezzo, anche Landucci esce dalla maggioranza

Tutto confermato: Stefano Landucci, consigliere comunale del Pd, passa all’opposizione. Diventa così il terzo elemento che la maggioranza di Palazzo Gambacorti perde nel giro di poche settimane, dopo i due esponenti di Sel, Ghezzani e Paolicchi. Landucci, da tempo critico verso l’azione della giunta Filippeschi, annuncerà stamani e motiverà la sua decisione in una conferenza stampa. In questi giorni gli sono arrivati inviti a ripensarci, ma non sono stati sufficienti. Le dimissioni di Dario Danti da assessore continuano ad avere effetti. Landucci (civatiano) non esce dal Pd, ma dopo che sarà ufficiale il suo abbandono della maggioranza sarà il partito, eventualmente, a prendere provvedimenti.
Ipotesi voto. «La situazione, dopo l’uscita di Sel, è di verifica della tenuta della maggioranza. Rapida e laica. Siamo in condizione di andare avanti? Bene, andiamo e continuiamo a portare avanti il programma. Altrimenti è giusto andare a votare», scrive in un post su Facebook il consigliere comunale Francesco Pierotti (Pd). Che aggiunge: «Questa ipotesi non deve essere vissuta conce una minaccia. Tutt’altro, come una assunzione di responsabilità nei confronti della città e del voto del 2013: se la maggioranza non tiene, non siamo in grado di amministrare. Chi dice che questa ipotesi è uno spauracchio non ha capito che anche dentro il Pd non è il momento di giochetti».
della maggioranza. Il consiglio comunale è composto da 33 consiglieri (uno di questi è il sindaco). Per la maggioranza bisogna avere almeno 17 consiglieri. Oggi, dopo l’uscita dei due esponenti di Sel e quella di Landucci, può contare su 18 consigli eri così divisi: 15 del Pd, 2 della lista civica, l dei Riformisti. I numeri sono al limite, senza dimenticare che posizioni critiche, dentro il Pd, sono portate avanti da altri consiglieri. «Un Pd unito». L’ipotesi delle elezioni anticipate viene allontanata da più parti. A cominciare dall’impedimento, per mancanza di tempi tecnici, di an dare alle urne a maggio con le regionali. L’alternativa sono mesi di commissariamento. Ma ci sono anche ragioni politiche. «Le elezioni anticipate non sono una strada percorribile. Il Pd di Pisa ritrovi la sua unità e in accordo con le altre forze di maggioranza riparta ancora più veloce nel governo della città. E’ la scelta migliore per la nostra comunità», scrive sul suo profilo Facebook Antonio Mazzeo, responsabile dell’organizzazione per il Pd regionale. Un’indicazione che viene da un renziano di ferro, in un contesto dentro i democratici che vede in primo piano la richiesta a Filippeschi, per ammorbidire il clima, di una presa di distanza dalla vecchia guardia del partito.
Petrucci all’attacco. Contro l’ipotesi di elezioni anticipate anche un appello di intellettuali e professionisti pisani. «Vanno capiti, stanno difendendo il loro posto di lavoro», attacca Diego Petrucci, consigliere di Noi Adesso Pisa. «La tragicomica raccolta di firme a sostegno del sindaco, tanto inopportuna quanto inutile, appare più come una presa di posizione a sostegno del proprio datore di lavoro che di un progetto politico. Se non facessero rabbia, farebbero quasi tenerezza – prosegue Petrucci – nel loro assomigliare agli operai che alzano le barricate a scongiurare la chiusura dello stabilimento dove lavorano, peccato che in questo caso lo stabilimento sia la spesa pubblica».

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