La mareggiata a Marina insegni: il progetto della Darsena Europa va bloccato immediatamente

Pochi giorni fa il maltempo ha flagellato, tra i diversi luoghi della Toscana, anche Marina di Pisa. Come tante persone hanno raccontato, il mare è entrato nelle strade e nelle case: un evento di cui non si aveva memoria, che ha scosso la città, e che per fortuna, almeno nel nostro territorio a differenza di quanto accaduto in altre zone, ha prodotto “solo” danni alle cose. Quante e quanti, fra noi, hanno amicizie marinesi? Crediamo tutta la città. E crediamo che tutta la città debba fermarsi a pensare. La crisi climatica, processo da tempo denunciato da gruppi ambientalisti e dalla comunità scientifica, finalmente preso in considerazione ufficialmente in tutte le normative e gli atti che riguardano la gestione e la cura del territorio, sta cominciando a palesare i propri effetti. Il riscaldamento globale, che è uno degli elementi più importanti della crisi climatica, ha come primi effetti un innalzamento del livello dei mari e un’accentuazione dei fenomeni meteorologici estremi.

Sono del 2019 alcune le proiezioni elaborate dai ricercatori dell’IPCC, l’Intergovernmental Panel on Climate Change, che vedono Pisa quasi circondata dalle acque nell’arco di un centinaio d’anni: basterebbe un aumento delle temperature di 1 grado e mezzo per vedere tornare il mare nell’entroterra di Marina, San Piero, La Vettola e Coltano a Sud, nell’ansa dell’Arno a Est e nel territorio di Vecchiano a Nord.

Cos’è essenziale per ridurre il più possibile questi effetti? Preservare il sistema delle dune, innanzitutto evitando di attuare interventi che possano causarne l’erosione. Praticamente il contrario di quanto è stato fatto fino ad oggi: per fare gli stabilimenti balneari sono stati via via messi in crisi quegli habitat naturali che ne favoriscono la conservazione, si è costruito troppo cementificando ovunque, è stato fatto un porto che ha incrementato l’erosione.

Oggi dobbiamo pensare a proteggere Marina con mezzi adeguati, efficaci e manutenzioni costanti, ma anche evitare che quanto è avvenuto lì possa avvenire anche in altre aree del litorale. Il pensiero corre immediatamente al progetto della Darsena Europa.

CI rendiamo conto che in tante e tanti ancora non sanno bene di cosa si tratti e vogliamo spiegarlo in parole semplici: si tratta di un immenso allargamento del porto di Livorno allungato addirittura in mare per un paio di chilometri, con l’obiettivo dichiarato di farci arrivare navi giganti che attualmente non possono attraccare perché non c’è il pescaggio sufficiente. Questo per salvare l’economia di Livorno, secondo affermazioni che non trovano al momento riscontri in studi seri e approfonditi. Mentre un effetto certo e deleterio si avrebbe per il nostro litorale, come evidenziato anche nei pareri ufficiali redatti dall’Ente Parco, perché l’impatto causato da questa mega infrastruttura sulle correnti e sulla vita biologica distruggerebbe gli habitat marini e innescherebbe nuovi fenomeni di erosione delle spiagge da Calambrone verso Nord. Se consideriamo questo insieme al fatto che il mare si sta alzando possiamo immaginare scenari davvero preoccupanti.

Il Comune di Pisa non deve accettare la Darsena Europa in nessun modo, neanche se chi la vuole realizzare è disposto a “risarcire” il Comune con delle compensazioni, che questa amministrazione che governa Pisa, diciamolo subito per chi ancora non lo sapesse, vuole accettare, e che sono peraltro irrilevanti se non controproducenti. Una delle compensazioni, ad esempio, è il progetto di un tubone che dovrebbe raccogliere sabbia – probabilmente anche inquinata – dal fondo marino nella zona dello scolmatore per ripascere le spiagge, con un’operazione del tutto inaffidabile dal punto di vista tecnico e che comunque non ripagherebbe dei danni incalcolabili arrecati. Chi vuole tutelare il proprio territorio non deve accettare che si compiano queste scelte scellerate.

Una volta per tutte diciamo che la Darsena Europa non si deve fare, che l’Amministrazione deve aprire un confronto aperto con la cittadinanza per far conoscere davvero il progetto di questa mega opera e i suoi impatti, e costruire in modo partecipato e condiviso una proposta alternativa per un’economia del territorio che salvaguardi i territori e gli interessi della popolazione di Pisa e di Livorno, tenendo in primo luogo conto degli scenari determinati dalla crisi climatica.

Una città in comune

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