La precarietà uccide. Siamo vicini ai familiari di Maurizio Cammillini.

Maurizio Cammillini, 30 anni, è morto ieri a Pisa sul lavoro. E’ morto in sella al suo scooter, mentre consegnava pizze a domicilio.

Maurizio Cammillini fa parte di quella categoria di lavoratori, chiamata ‘pony express’, o oggi più frequentemente, ‘riders’. Categoria nata in tempi relativamente recenti, frutto della progressiva destrutturazione del mercato del lavoro e delle ‘opportunità’ offerte da tecnologia ed applicazioni.

Siamo nell’ambito delle cosiddetta ‘gig economy’, l’economia del lavoretto, dove si lavora solo quando si presentano le necessità e/o le richieste. E si viene remunerati solo in base ai risultati, in pratica a cottimo. E ben poco, oltretutto: spesso non si raggiungono le 4 euro all’ora. Non solo. La diffusa mancanza di veri e propri contratti fa sì che a questi lavoratori manchi di frequente qualunque tipo di diritto: ferie, malattia, assicurazione contro gli incidenti.

Si tratta quindi di una forza lavoro fortemente precaria e particolarmente penalizzata. La necessità di portare a termine le consegne, per essere retribuiti, fa poi il resto: a tutte e tutti noi è senz’altro capitato di vedere sfrecciare questi scooters e dipanarsi in mezzo al traffico cittadino. Eh già, perché non solo le consegne vanno effettuate, ma anche il più velocemente possibile, in quanto più consegni e più guadagni e corri meno il rischio di essere sostituito con chi è ‘più veloce’. La destrutturazione del lavoro è massima: ogni lavoratore è solo col proprio mezzo di lavoro (lo scooter) e, oltretutto, in competizione con gli altri.

Alcune recenti mobilitazioni spontanee da parte dei lavoratori, che hanno provato ad organizzarsi per rivendicare diritti e sicurezza sul lavoro, hanno costretto la politica ad occuparsi delle loro vicende. Tuttavia, nonostante le promesse da parte del Ministro del Lavoro Di Maio, all’indomani dell’insediamento del nuovo Governo, ancora non si vede una serie regolamentazione del settore, che tuttavia è sempre più urgente.

Da sempre ci ripromettiamo di far tornare il lavoro al centro dell’agenda politica e così oggi, nell’esprimere vicinanza ai suoi familiari, vogliamo attirare l’attenzione sul drammatico incidente che ha coinvolto Maurizio Cammillini e su tutte e tutti coloro che, come lui, inseguono una paga (spesso in nero), consegnando il più velocemente possibile cibo a domicilio. Ben consapevoli che una soluzione non può che essere trovata all’interno di una compiuta legislazione nazionale che, dopo anni di progressivo e continuo abbattimento delle tutele sociali nel lavoro, finalmente torni a prevedere pieni diritti per tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori.

Diritti in comune (Una città in comune – Rifondazione Comunista – Pisa Possibile)

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