La Regione Toscana finanzia le attività di gay e lesbiche

domenica
29 aprile 2018
Testata:
TIRRENO
Pagina:
1-13

Lotta ai pregiudizi arati-gay dalla Regione 80mila euro

Fondi per Comuni (tra cui Viareggio, Pisa, Livorno) e Province di Pistoia e Prato che contrastano «le discriminazioni e creano un clima sociale di rispetto»

FIRENZE

I soldi non sono molti: 80mila euro. Anche perché devono essere divisi fra diversi enti pubblici. Qualche provincia – Pistoia e Prato (ad esempio) – e oltre una ventina di Comuni, fra cui Pisa, Livorno, Viareggio Follonica, Pistoia, Certaldo, Capraia e Limite, Firenze. Lo stanziamento, però, fa già discutere: la Regione mette a disposizione degli enti locali fondi per le «politiche di inclusione sociale per le persone lesbiche, gay, bisessuali, trans gender e intersessuali».

In particolare gli 80mila euro sono destinati agli enti locali che aderiscono a RE.A.DY, la Rete nazionale delle Pubbliche Amministrazioni Anti Discriminazioni, di cui anche la Regione Toscana fa parte. Tutti i membri di questa rete sono invitati «costantemente a promuovere, nell e diverse realtà locali, l’adesione alla Rete coinvolgendo i Comuni, le Province del proprio territorio». In concreto, le amministrazioni locali devono realizzare attività «rivolte alla promozione e al riconoscimento dei diritti delle persone omosessuali, transgender; realizzare azioni di sensibilizzazione su queste tematiche contribuendo a creare un clima sociale di rispetto e di confronto libero da pregiudizi e promuovere politiche che sappiano rispondere ai bisogni delle persone omosex e trans contribuendo a migliorarne la qualità della vita».

In questo senso l’attività della Toscana viene da lontano. Non solo per la promozione e il patrocinio al Gay Pride come momento di confronto e di manifestazione pubblica dell’orgoglio omosex. La Toscana vanta anche iniziative importanti come il consultorio TRANSgenere di Torre del Lago, nato dieci anni fa per l’assistenza e la tutela delle persone Transessuali e Transgender, con la collaborazione dell’ exAsl 12 Versilia: qui oltre all’assistenza psicologica, medica per chi affronta anche un percorso di sesso (da uomo a donna e da donna a uomo), ad esempio, viene garantita l’assistenza «al cambio anagrafico per le persone che hanno una condizione di “real life” di almeno 5 anni e che non intendono sottoporsi a intervento».

Le azioni finanziate con gli 80mila euro della Regione servono per «promuovere il riconoscimento dell’identità, della dignità e dei diritti delle persone omosex e trans e delle loro scelte individuali e affettive, nei diversi ambiti della vita familiare, sociale, culturale, lavorativa e della salute finalizzate a favorire l’incontro e il confronto fra le differenze». Non solo. Sono – si legge nella convenzione – azioni «di informazione e sensibilizzazione sulla tematica relativa al contrasto alle discriminazioni multiple, rivolta a tutta la popolazione, al personale dipendente degli enti locali, al personale impegnato in campo educativo, scolastico, socio-assistenziale e sanitario, di polizia locale, delle direzioni territoriali del lavoro». (i. b.)

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