La sanità ai privati e un sistema che sembra in crisi

martedì
1 maggio 2018
Testata:
CORRIERE FIORENTINO
Pagina:
10

Le scelte della Regione

Caro direttore,

il presidente della Regione Enrico Rossi ha ragione quando dice che 2,8 milioni di euro sono una cifra irrisoria rispetto agli 8 miliardi del bilancio annuale della sanità toscana. Si tratta dello 0,035%. Non ha ragione, invece, quando afferma che le posizioni dei sindacati sono strumentali. E la spiegazione sta proprio nei numeri. La delibera con cui la Asl Centro cede ai privati quella cifra irrisoria in cambio di 36.000 visite specialistiche e 36.000 ecografie, a conti fatti, rimarca una serie di contraddizioni che aprono diversi quesiti: 72.000 prestazioni in un anno distribuite su 5 giorni lavorativi nella settimana equivalgono rispettivamente a una media giornaliera di 122 visite specialistiche e 122 ecografie (per l’esattezza 122,6). Stimando per eccesso che ogni prestazione comporti un impegno di 30 minuti ne discende un impegno orario complessivo di 61 ore al giorno per le visite specialistiche e di 61 ore per le ecografie. Ovvero l’equivalente del tempo lavoro di 18 medici, ripartibile su un numero enorme di strutture operative. Poiché l’organico complessivo dei medici ospedalieri che lavorano nella Asl Centro supera le 2.000 unità (2.189 ultimo dato disponibile) e le strutture del Sistema Sanitario Toscano sono state profondamente e recentissimamente
riorganizzate con l’aggregazione delle ex Asl, l’attivazione del modello degli ospedali per intensità di cure ed anche il modello «hub and spokes» delle reti ospedaliere, viene da chiedersi come sia possibile che non si riesca a far fronte a un impegno così poco oneroso con le risorse professionali di cui la Asl dispone. Di qui alcune ipotesi: la riorganizzazione non funziona; non sono state schierate competenze adeguate a gestire la programmazione e la riorganizzazione; le risorse professionali sono impiegate male; si tratta di una scelta politica. A noi viene da pensare, con qualche preoccupazione, che la verità sia un po’ di qua e un po’ di là. 11 dato più preoccupante, utile però ad inquadrare meglio il problema, emerge dall’ultimo Rapporto Osservasalute relativo al 2017 e pubblicato il 19 aprile: la spesa sanitaria pubblica pro-capite in Toscana nel periodo 2015-2016 ha subito una brusca inversione di tendenza fino ad arrivare a valori inferiori alla media nazionale e questo trend non ha equivalenti in altre regioni. E «cedimento» (più che la cessione) documentato nella delibera adottata dalla direzione della Asl Centro, seppur corrispondente a cifre irrisorie, preoccupa anche perché la Toscana vive da anni al proprio interno sperequazioni importanti e significative di alcuni indicatori di salute. Questa problematica può essere affrontata solo con progettualità e interventi specifici, che per tenere nel tempo devono essere attuati dal pubblico in maniera coordinata. Insomma, come scrive Walter Ricciardi, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, «è urgente un recupero di qualità gestionale ed operativa» per fare fronte ai reali bisogni di salute. E allora, in conclusione, quella cifra per quanto irrisoria sarebbe stata spesa meglio all’interno del sistema. Come? Per esempio attivando in maniera equa e mirata gli strumenti che la contrattazione nazionale prevede e che in Toscana, sulla base dei dati fornitici dallo stesso Assessorato competente, sono stati sottoutilizzati e gestiti in maniera forse un po’ troppo «creativa». Scelte diverse dall’investimento all’interno del pubblico hanno una cifra politica precisa. E la politica, soprattutto una certa politica, nel rapporto con i cittadini e nella capacità di affrontare i bisogni dei più deboli qualche problema ce l’ha. Proprio come ha sostenuto di recente, a ragione, il presidente Rossi…

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