La «Sapienza» perduta

venerdì
15 giugno 2018
Testata:
NAZIONE PISA
Pagina:
1-2

Sapienza, rabbia e sconforto: «Qui non c’è più nessuno»

SEI ANNI di profondo buio, con il palazzo della Sapienza chiuso, il cantiere ad oscurare l’orizzonte. Adesso, speranze ma ancora tanta preoccupazione. «Sopravviviamo, niente di più», questo il sentimento che si legge sui volti dei commercianti della zona universitaria. Il cantiere non c’è più, le difficoltà ancora sì. E’ qui che ha fatto tappa «Adotta una piazza», iniziativa che vede La Nazione in tandem con Confcommercio. «Le lauree sono state spostate altrove, al Polo Piagge, e su quel movimento non possiamo più contare. Ma, al di là della chiusura totale che è durata anni, il decentramento era già in atto da tempo – afferma Federico Bacci che nel 1997 ha aperto il Betsabea Caffè – lezioni al Polo Carmignani, studi dei docenti a a Palazzo Ricci. La differenza nel tempo l’abbiamo sentita sulla nostra pelle e nel quotidiano. In questo momento stiamo andando avanti grazie a qualche turista che si inoltra fino a piazza Dante e alle banche che in questi sei anni ci hanno permesso di pagare gli stipendi».

SULLA stessa scia Francesca Antonioli del bar La Sapienza: «Lo abbiamo preso un anno prima dell’avvio del cantiere della Sapienza. L’amministrazione si è dimenticata di piazza Dante sei anni fa e anche per quest’estate, a lavori ultimati, non ha pensato di organizzare alcun evento o appuntamento per darle di nuovo vita. Non un mercatino, non un concerto. Avevamo chiesto di collocare qualche giostrina o gioco per i bambini negli spazi verdi e nessuno ci ha preso in considerazione. L’erba intanto cresce, gli escrementi dei cani sono onnipresenti, e c’è chi passa il pomeriggio a fumarsi le canne sulle panchine». «Un’idea che avevo lanciato era di spostare da piazza Vittorio Emanuele in piazza Danta la pista del ghiaccio in inverno, ma nessuno mi ha dato ascolto» dice Sandra Bianchi del Bar Macchi. Renzo De Conti è il titolare di «Pisa Pizza»: «In alcune ore qui è il deserto. Manca una segnaletica che indirizzi in questa area i turisti… Ma uno dei problemi più grandi è il costo dei parcheggi». Su questo punto è d’accordo Marco Castellano della copisteria Il Campano: «Tre euro all’ora in piazza Carrara, con pochissimi posti a disposizione, è assolutamente eccessivo. Non è un caso che noi abbiamo spostato già da tempo parte della nostra attività fuori dalla ztl, in un luogo accessibile con la macchina. Eppure siamo il cuore del centro storico di Pisa. Nonostante questo i flussi dei turisti arrivano marginalmente, nessuno taglia l’erba in piazza Dante, non ci sono iniziative. I vicoli, dal Quarantotti a via Tavoleria, giustamente riqualificati, sono comunque deserti. Nessuno ci passa, come se fosse un lavoro incompiuto». E POI c’è il problema Luminara: «E’ l’unico evento – dicono gli operatori – che viene organizzato, l’attesa si concentra tutta lì ma gli incassi calano di anno in anno, non è più come una volta. La manifestazione non è cresciuta, l’amministrazione non ha investito adeguatamente pur puntando unicamente su di essa. E per noi commercianti è uno stress che in termini di guadagno porta il giusto, anzi spesso è un rischio». «Lo scorso anno nn ho neppure coperto le spese» ribadisce Francesca Antonioli. E il pensiero corre subito verso Lucca, città economica per quanto riguarda i parcheggi («sono alla portata di tutti») e in grado di proporre cartelloni da numeri da capogiro: «Il Summer festival, ma anche il Festival del cinema e soprattutto Lucca Comics. Manifestazioni che sono cresciute anno dopo anno, che riempiono la città, che sono una vera boccata d’ossigeno per tutti».

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